Fistel, il sindacato dell'editoria
riconferma la squadra di Pezzini

La Fistel Cisl di Bergamo ha concluso il proprio congresso provinciale riconfermando alla guida della categoria Gigi Pezzini, e con lui la segreteria composta da Maria Teresa Gattoni e Luca Legramanti. Una categoria di 1250 iscritti su un bacino di 70 imprese, la Fistel ha scelto e voluto un titolo forte per il proprio congresso.

La Fistel Cisl di Bergamo ha concluso il proprio congresso provinciale riconfermando alla guida della categoria Gigi Pezzini, e con lui la segreteria composta da Maria Teresa Gattoni e Luca Legramanti. Una categoria di 1250 iscritti su un bacino di 70 imprese, la Fistel ha scelto e voluto un titolo forte per il proprio congresso.

«Occupiamo il lavoro – ha detto Pezzini nella sua relazione - voleva essere lo spunto affinché fosse resa esplicita la determinazione e la volontà messo in campo sulle vertenze legate alle situazioni disperate presenti nel nostro territorio, dove la perdita dei posti di lavoro e in qualche caso la vita stessa delle aziende è fortemente messa in discussione».

L'attività della Fistel «è riuscita a attuare in molti casi strumenti di protezione, dato che, nell'ultimo periodo, il declino ha riguardato alcuni colossi della stampa e del'editoria, come la Matherson, la Confalonieri e la Prontostampa, il Giornale di Bergamo, la Eurogravure, la Arti Grafiche,la Mazzucchelli e altre ancora. In queste realtà, sono stati adottati strumenti dalle Casse di vario tipo, alla solidarietà , al prepensionamento».

Il calo della pubblicità e la crescita selvaggia di una competitività sui costi sono alla base della crisi di un settore, che oggi , in provincia, conta ancora circa 9000 addetti. Anche Ferdinando Piccinini si è chiesto «cosa facciamo per occupare il lavoro. A Bergamo sono oramai 35.000 i disoccupati, e altri 10.000 lavoratori utilizzano ammortizzatori sociali che spesso sono solo l'anticamera della mobilità. Anche in provincia abbiamo pagato il dazio di imprese votate più alla finanziarizzazione degli utili che agli investimenti nel lavoro, e questo proprio mentre servivano scelte coraggiose».

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