Il fascino dei mercati
riesce a resistere alla crisi

Ricavi aumentati, occupati in crescita. «Le difficoltà ci sono anche per noi – spiega Giulio Zambelli, presidente Anva – ma la gente continua a visitare i mercati perché tra i banchi trova sempre un buon rapporto qualità prezzo».

La categoria degli ambulanti soffre come tutti la crisi, ma tutto sommato riesce a reagire meglio di altri settori del commercio e registra anche dati positivi. In Lombardia i ricavi medi delle imprese ambulanti sono cresciuti del 13,4% in quattro anni, mentre il reddito medio ha registrato un incremento del 5,1%. In salita anche il numero degli occupati, passato dai 18.588 del 2007 ai 23.017 del 2012.

“Le difficoltà ci sono – spiega il presidente dell'Anva di Bergamo, Giulio Zambelli – ma il mercato conserva il suo fascino: la clientela non manca, anche se si è abbassato lo scontrino medio. La gente insomma spende meno, ma non manca di visitare i nostri banchi, dove il rapporto qualità-prezzo è sempre molto elevato. Anche se bisogna sempre tener presente una buona regola: dove il prezzo è troppo basso, anche la qualità lascia a desiderare. In questi anni ci siamo sforzati di far capire alla categoria che è meglio puntare su prodotti di un certo pregio: alla lunga paga sempre”.

Lo scenario sta mutando velocemente: se i mercati tradizionali resistono, sono in difficoltà quelli legati a feste patronali e sagre locali. Sempre più apprezzate invece le fiere tematiche (gastronomiche soprattutto): piacciono molto alla gente e sono molto richieste dalle stesse amministrazioni, che le ritengono uno strumento efficace per attirare visitatori e turisti nei centri storici.

La conferma arriva dalla recente Fiera del cioccolato, organizzata sul Sentierone: in tre giorni si sono sfiorate le 30 mila presenze. Bergamo ha del resto una solida tradizione mercatale: l'area dello stadio continua ad attrarre una clientela che predilige gli alimentari di qualità.

“In piazzale Goisis la gente trova sempre primizie e prodotti freschissimi” sottolinea Zambelli. Qualche problema in più alla Malpensata, penalizzata da una qualità merceologica non sempre di primo livello. “Ma anche qui la situazione sta migliorando: recentemente abbiamo riordinato il mercato con la collaborazione del Comune e anche la carta d'esercizio si sta rivelando efficace nel contrasto dell'abusivismo”. Le difficoltà della categoria sono legate soprattutto all'aumento dei costi fissi, ma nonostante la crisi gli ambulanti tengono duro. “Mentre tanti negozi purtroppo chiudono, nessuno dei nostri associati si ritira. E se qualcuno cede la licenza c'è sempre un altro pronto a ritirarla. Piazzole vuote, insomma, non se ne vedono. Influisce senz'altro il costo ridotto dell'avvio dell'attività”.

Secondo Zambelli, le bancarelle possono addirittura colmare i vuoti lasciati dalle botteghe che abbassano la saracinesca: “In alcuni quartieri della città i negozi di vicinato sono quasi scomparsi: pensiamo ad esempio a Grumello. Per questo il Comune di Bergamo sta valutando l'ipotesi di allargare i mercati rionali: non solo a Grumello, ma anche a Longuelo e Redona, soprattutto per quanto riguarda l'offerta alimentare”.

Si tratta però di scelte da pianificare con cura, per evitare gli errori del passato. “Alla Celadina, alcuni anni fa, fu un fiasco: sbagliata la collocazione e anche la fascia oraria. In un quartiere dove la gente rientra a casa la sera si rivelò inutile allestire il mercato il giovedì pomeriggio”. E il futuro dei mercati? “Aree al coperto, sul modello dei mercati rionali francesi e spagnoli. E magari alimentati da pannelli fotovoltaici, in grado di erogare energia pulita e a basso costo”.

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