Ubi, la risposta del Tribunale
Non passa il ricorso di Jannone

Il Tribunale di Bergamo - dove Jannone aveva fatto ricorso chiedendo l'esclusione delle altre due liste dalla partecipazione al voto per l'elezione del Consiglio di Sorveglianza - ha accolto l'eccezione pregiudiziale delle parti resistenti.

La notizia arriva direttamente da Ubi Banca. Il presidente del Tribunale di Bergamo - presso il quale Giorgio Jannone aveva il 10 aprile scorso depositato un ricorso ex art. 700 Codice di Procedura Civile chiedendo tra l'altro l'esclusione delle liste «Lista del Consiglio di Sorveglianza» e «UBI, banca popolare!» dalla partecipazione al voto per l'elezione del Consiglio di Sorveglianza di Ubi previsto nel corso dell'assemblea dei soci di sabato 20 aprile - ha accolto l'eccezione pregiudiziale formulata da tutte le parti resistenti e ha quindi dichiarato l'incompetenza funzionale del tribunale di Bergamo.

Ritenuto che il provvedimento è potenzialmente idoneo a definire il giudizio, il Tribunale ha condannato Jannone, parte ricorrente, a rifondere le spese di giudizio a favore di tutte le parti resistenti. Ubi Banca devolverà tale importo ad un ente benefico. L'assemblea si svolgerà quindi in seconda convocazione sabato 20 aprile a partire dalle 9.30 presso la Fiera di Bergamo, in via Lunga, a Bergamo.

Giorgio Jannone, capofila della lista «Ubi Banca, ci siamo», critica sull'attuale gestione della banca, ha però già fatto sapere nei giorni scorsi: impugnerà l'assemblea della banca di sabato prossimo, 20 aprile, indipendentemente dalla decisione del tribunale. «È evidente - aveva spiegato Jannone - che in ogni caso, in considerazione dei tempi ristretti, impugneremo l'assemblea su alcuni argomenti che riteniamo fondamentali». Tra questi il numero uno della Cartiere Pigna indica «l'irregolarità tecnico-formale delle liste depositate, la mancanza di segretezza del voto, perché le rassicurazioni che ha dato la banca non sono sufficienti, e la raccolta delle deleghe in bianco, con indebite pressioni esercitate sul voto e sul ruolo dei dipendenti, come già denunciato dai sindacati». Sulla segretezza del voto, in particolare, l'ex parlamentare del Pdl sostiene che, venendo meno, si apre un «vulnus per la libertà democratica». «Il voto - spiega - non deve assolutamente essere tracciabile». Jannone teme poi un «collegamento indebito tra la prima e la terza lista», ossia quelle presentate dal consiglio di sorveglianza uscente, che ha candidato l'imprenditore Andrea Moltrasio, e quella che fa capo ad Andrea Resti, contrassegnata da un punto esclamativo: «Ubi, Banca Popolare!».

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