Metalmeccanica, crisi drammatica
I più colpiti: Milano poi Bergamo

Sono drammatiche le conseguenze della crisi sull'industria metalmeccanica lombarda. Nel 1° semestre 2013 - segnala il 35° Rapporto dell Fim Cisl - i territori maggiormente coinvolti sono quelli di Milano (19,34% delle sospensioni) e Bergamo (16,21%).

Sono drammatiche le conseguenze della crisi sull'industria metalmeccanica lombarda. Nel 1° semestre 2013 - segnala il 35° Rapporto dell Fim Cisl - hanno pagato caro il prezzo della congiuntura negativa 2.819 aziende e 61.770 lavoratori.

Si registra inoltre un'impennata di licenziamenti nelle piccole aziende: +43% rispetto a fine 2012. Complessivamente, sono ben 173 le imprese che nel primo semestre di questo anno hanno avviato nuove procedure di mobilità, per 3.368 lavoratori.

Il rapporto semestrale fa il punto sulle situazioni di crisi ed è stato presentato giovedì mattina a Milano dalla Fim Lombardia, il sindacato della Cisl del settore metalmeccanico.

“Persistono i segnali allarmanti delle difficoltà dell'industria e dell'emergenza occupazionale che investe il settore metalmeccanico - afferma Nicola Alberta, segretario generale Fim Lombardia -.  Vanno attuate strategie di sviluppo e di dotazione infrastrutturale per rafforzare il manifatturiero, favorire l'accesso al credito per gli investimenti industriali e le innovazioni, garantire la sostenibilità”.

Il 35° Rapporto della Fim Lombardia evidenzia un aumento del 5% delle aziende che fanno ricorso alla cassa integrazione ordinaria (Cigo): sono 1.714 nel semestre, con 39.882 lavoratori interessati (+3,75% su base annua). Crescono del 33,91% le aziende che ricorrono alla cassa integrazione straordinaria (Cigs), che vede coinvolti 18.520  lavoratori (+2,88% rispetto al periodo precedente).

Sempre alta la mobilità, con 173 aziende (139 nel semestre precedente) che hanno proceduto a nuovi licenziamenti per 3.368 lavoratori, con un incremento del 42,35% nel dato tendenziale annuo. Licenziamenti che, evidenzia il Rapporto Fim Lombardia, derivano soprattutto da crisi con riduzione del personale (per il 65,6% dei casi) e per una quota rilevante da cessazioni di attività on fallimenti (per il 34,3%)

“L'utilizzo crescente di cassa integrazione straordinaria e di mobilità - sottolinea Alberta - dimostra la persistenza di uno zoccolo preoccupante di crisi di natura strutturale, con sospensioni di lungo periodo e assenza di prospettive, che coinvolge ben 1.172 aziende e 21.888 lavoratori”. “Occorre un maggiore impegno della Regione - aggiunge - per delineare politiche industriali e settoriali di sostegno e per l'attuazione delle politiche del lavoro”.

Prosegue l'aumento dell'utilizzo dei contratti di solidarietà: 60 le aziende e 6.011 i lavoratori coinvolti nell'ultimo semestre. Sono quindi ben 398 gli accordi di contratti di solidarietà stipulati dal 2011, per 49.776 lavoratori, segno del consolidarsi di una nuova importante attenzione per questo strumento di tutela dell'occupazione nella gestione della crisi.

I territori maggiormente coinvolti nel semestre sono quelli di Milano (19,34% delle sospensioni),  Bergamo (16,21%), Brianza (15,21%), Lecco (10,22%) e Brescia (9,79%% delle sospensioni). Queste aree vedono la presenza di insediamenti industriali importanti, sia nei comparti tradizionali che in quelli innovativi del settore metalmeccanico, con una presenza cospicua sia di grandi imprese di livello nazionale e internazionale.

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