Un settore sempre più in crisi
Italcementi: altri 2 siti a rischio

L'andamento sempre più negativo del settore cemento persa sul Gruppo Italcementi. Che, in un incontro con i sindacati, ha prospettato la necessità di rivedere parte degli obiettivi del piano di ristrutturazione: l'azienda ha indicato la cessazione di ogni attività produttiva a partire da gennaio 2014 per i siti di Scafa (Pe) e di Monselice (Pd).

L'andamento sempre più negativo del settore cemento persa sul Gruppo Italcementi. Che, in un incontro con i sindacati, ha prospettato la necessità di rivedere parte degli obiettivi del piano di ristrutturazione: l'azienda ha indicato la cessazione di ogni attività produttiva a partire da gennaio 2014 per i siti di Scafa (Pe) e di Monselice (Pd).

L'incontro si è tenuto giovedì nella la sede di Federmaco a Roma, su esplicita richiesta dell'azienda. presenti la direzione del Gruppo Italcementi Spa e il coordinamento nazionale Rsu, alla presenza delle segreterie nazionali di Feneal, Filca e Fillea

L'obiettivo era verificare l'attuazione del piano di ristrutturazione 2013-2014 firmato al ministero del Lavoro il 14/01/2013.

La chiusura di Scafa e Monselice comporterà, sottolineano i sindacati, «la perdita del lavoro per circa 170 addetti diretti più l'indotto. Questo si aggiunge alle difficili vertenze già in atto nei siti produttivi di Vibo Valentia e di Porto Empedocle (AG) che riguardano altri 176 addetti più l'indotto».

Il coordinamento nazionale Rsu e le segreterie nazionali di Feneal, Filca e Fillea - si legge in un comunicato - «rigettano la scelta unilaterale presentata dalla direzione aziendale, ritenendo ancora sostenibile il piano di ristrutturazione concordato, anche alla luce delle rassicurazioni ottenute nella riunione del 28 maggio nella quale l'azienda aveva riconfermato la validità dello stesso, dichiarando che una sua appropriata valutazione poteva essere effettuata soltanto in autunno».

Il coordinamento nazionale e le segreterie nazionali «hanno invitato l'azienda a ricercare soluzioni alternative coerenti al percorso individuato con l'accordo ministeriale. Per questi motivi... hanno deciso di attuare iniziative locali e nazionali a difesa degli attuali posti di lavoro, salvaguardando tutti i siti produttivi interessati anche attraverso il pieno coinvolgimento delle istituzioni locali».

Le segreterie nazionali di Feneal, Filca e Fillea «preoccupate dell'andamento sempre più negativo del settore cemento, hanno colto l'occasione per ribadire a Federmaco la necessità di coinvolgere congiuntamente il ministero dello Sviluppo Economico, nella ricerca di soluzioni appropriate per consentire al comparto di superare questa lunga e drammatica crisi».

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