Confcommercio, finito il crollo
Ma la ripresa è ancora lontana

Il crollo dei consumi è finito, ma la ripresa è lontana: così la Confcommercio. A luglio 2013 sè registrato un calo del 2,0% su luglio 2012 e una variazione nulla su giugno. In termini di media mobile a tre mesi si segnala una stabilizzazione.

Il crollo dei consumi è finito, ma la ripresa è lontana: così la Confcommercio che commenta i dai dell'indicatore dei consumi. A luglio 2013 sè registrato un calo del 2,0% su luglio 2012 e una variazione nulla su giugno. In termini di media mobile a tre mesi si segnala una stabilizzazione.

Fenomeno che non si rilevava dall'estate del 2011. Tuttavia nei primi 7 mesi dell'anno si registra una flessione del 3,7% a fronte del 3,2% nello stesso periodo 2012. Sempre pesante il calo consumi per trasporti (-4,1%), alimentari e bevande (-3,9%). 

Le informazioni ad oggi disponibili - rileva ancora Confcommercio - portano a ritenere che, all'inizio dell'estate, l'economia italiana abbia raggiunto il punto di minimo del ciclo economico.

Tuttavia "occorre guardare a questa fase con molta attenzione perché la fine della riduzione dei consumi non delinea automaticamente un profilo di ripresa a breve termine".

I deboli segnali di miglioramento rilevati sul versante produttivo - indice della produzione industriale, ordinativi e grado di utilizzo degli impianti - non sembrano preludere, nell'immediato, ad una fase di ripresa dell'economia con effetti rilevanti sull'occupazione, sui redditi e di conseguenza della domanda per consumi.

Se da un lato - prosegue l'analisi di Confcommercio - si rileva in agosto un recupero della fiducia di famiglia e imprese, dall'altro persistono le difficoltà sul mercato del lavoro con una flessione di 433mila unità fra luglio 2013 e luglio 2012 mentre il tasso di disoccupazione resta al 12%.

Pur attenuandosi il trend negativo dei consumi, a luglio la dinamica tendenziale (in quantità) riflette un calo dello 0,3% della domanda relativa ai servizi e del 2,9% della spesa dei beni (ma si trasforma rispettivamente in un +0,7 e in un -2,3 in valore per effetto dell'inflazione).

Tradotto significa che le famiglie italiane tendenzialmente spendono di più per consumare quantità sempre minori. Sola eccezione la voce "Beni e Servizi per le comunicazioni", il comparto è il solo a registrare una variazione in quantità positiva (+1,1%) su anno a fronte però di un calo (-3,8%) in valore.

Il dato più negativo continua ad essere quello relativo ai trasporti la cui domanda registra una contrazione in quantità del 4,1% su base annua (-1,0% in valore). Riduzioni dei consumi particolarmente significative continuano ad interessare anche gli alimentari, le bevande ed i tabacchi (-3,9% in quantità - 1,5% in valore).

Passando all'analisi congiunturale, Confcommercio rileva che a luglio registra una variazione nulla rispetto a giugno. Nel mese di luglio, a fronte di un modesto aumento della componente relativa ai servizi (0,1%), i beni hanno fatto registrare una contenuta diminuzione (-0,1%).

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