La Fiera di Sant'Alessandro
L'agricoltura stupisce sempre

Si dice che non vada più di moda, che non serva più a nulla, che appartenga ad un mondo ormai superato da chissà quanto. Eppure, la Fiera di Sant'Alessandro riesce sempre e ancora a catalizzare l'attenzione.

Si dice che non vada più di moda, che non serva più a nulla, che appartenga a un mondo ormai superato da chissà quanto. Eppure, la Fiera di Sant'Alessandro riesce sempre e ancora a catalizzare l'attenzione, nonostante i tre zeri sulla carta d'identità e la zavorra di un'apparente immutabilità che dura da sempre.

Ma che forse, in effetti, è proprio la sua vera forza, visto che anche nel 2013, dopo avere fatto la fila per entrare subito dopo il galà d'apertura, la gente si accalca di fronte ai recinti, per ammirare bestioni in ossa e soprattutto carne: quest'anno, addirittura, i numeri sono schizzati alle stelle rispetto al 2012, se è vero che nella giornata di venerdì sono stati registrati dodicimila ingressi (il 20% in più rispetto a trecentosessantacinque giorni prima).

E riguardo sabato, in attesa di prendere in mano il pallottoliere, si può tranquillamente parlare di un ulteriore notevole incremento, anche considerando il caldo e il sole, decisamente più benevoli rispetto alla pioggia che aveva accompagnato la passata edizione.

Tutto come nelle più rosee aspettative, specie considerando che, forse, il meglio deve ancora venire e che il gran finale è previsto per la giornata di domenica, con l'apertura tra le 9 e le 19 (7 euro per il biglietto, 3 per il parcheggio, navetta gratuita in partenza dall'aeroclub Taramelli).

Per il ruolo di protagonisti di questa tre giorni, è un'animata corsa alle corna più lunghe: i mufloni fanno meno effetto di quanto si possa immaginare, ma certo non si può dire altrettanto degli Zebù Brahma e nemmeno degli Yak, importati in Italia da Reinhold Messner e trasportati in Fiera da Daniele Arnoldi. Il menu continua con la Pezzata rossa di Oropa e mille altre specie bovine, saltando poi di palo in frasca tra maiali, asini, piccioni viaggiatori, cavalli e lama con cui fare trekking, visto che le novità vanno sempre di moda.

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di domenica 8 settembre

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