Latte, situazione preoccupante
Crolla il nunero di stalle: - 30%

L'allarme lanciato da Coldiretti Lombardia sulla diminuzione, in dieci anni, di oltre il 30 per cento delle stalle che operano nella regione (dove si produce il 40% del latte italiano) «è estremamente preoccupante». Lo dice l'assessore all'Agricoltura della Regione.

L'allarme lanciato da Coldiretti Lombardia sulla diminuzione, in dieci anni, di oltre il 30 per cento delle stalle che operano nella regione (dove si produce il 40% del latte italiano) «è estremamente preoccupante e invita a riflettere su come impostare le politiche a sostegno di un comparto in sofferenza e non soltanto per il prezzo del latte».

Non nasconde la propria preoccupazione l'assessore all'Agricoltura della Regione Lombardia Gianni Fava a proposito dell'esito dell'analisi condotta da Coldiretti sulle stalle lombarde e sollecita una presa di posizione forte da parte del Mipaaf.

APPELLO AL GOVERNO - "Martedì prossimo - prosegue Fava -, a Bruxelles, l'Unione europea discuterà del settore lattiero-caseario, in vista dell'abolizione delle quote dal 1 aprile 2015. Mi auguro che il ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo si batta per difendere il sistema italiano fin da subito, svolgendo finalmente quel ruolo da protagonista che i nostri produttori si attendono".

DUPLICE AZIONE - "Bisogna operare su due fronti - esorta ancora l'assessore -, chiedendo con fermezza all'Unione europea di mettere in campo forme di aiuto al mercato lattiero, alle esportazioni, alle produzioni tipiche, in modo da guidarlo col maggiore equilibrio possibile verso la liberalizzazione. Allo stesso tempo sarebbe auspicabile che, alle parole di una settimana fa del sottosegretario Martina, sulla necessità di convocare nuovamente il Tavolo interprofessionale per rivedere al rialzo il prezzo del latte, seguissero i fatti".

FILIERA PRODUTTIVA LOMBARDA A RISCHIO - "La Lombardia - ha concluso Fava -, che è la prima regione italiana con oltre il 40 per cento del latte prodotto, ha perso, dal 2003, oltre 270 aziende al giorno, come abbiamo visto dall'elaborazione di Coldiretti. Attendere ancora significa mettere seriamente a repentaglio una filiera produttiva che rappresenta l'ossatura del Made in Italy di qualità".

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