Gli agricoltori in piazza
per tutelare la tradizione casearia

Centinaia di agricoltori hanno dato vita all’«operazione verità» con una manifestazione a sorpresa davanti al centro commerciale "Alle Valli" di Seriate (dalle 11.30 alle 14)  per denunciare la mancanza di trasparenza sull’origine del latte e di numerosi prodotti caseari, una situazione che determina distorsioni di mercato e inganni per i consumatori.

«E’ in gioco il futuro delle nostre imprese agricole - spiega il presidente della Coldiretti di Bergamo, Giancarlo Colombi -. Siamo quindi costretti ad uscire allo scoperto e a far conoscere all’opinione pubblica quanto sta succedendo. La nostra è una provincia con una tradizione casearia molto importante, che vanta il primato italiano come numero di formaggi Dop. Questo patrimonio rischia di essere cancellato con un colpo di spugna perché i nostri allevamenti non riescono più a fare reddito. Tutto il comparto della zootecnica da latte è ormai in ginocchio. E’ scandaloso il fatto che un litro di latte le industrie di trasformazione lo paghino al produttore solo 0,29 euro mentre il consumatore per comprarlo deve spendere anche fino a 1,60 euro. Le imprese agricole hanno investito molto sulla qualità e oggi si trovano nella condizione di dover soccombere perché il nostro Paese è inondato da prelavorati dai costi bassissimi e dalla provenienza incerta. La cosa peggiore è che vengono "incartati nell’italianità" che in tutto il mondo è sinonimo di qualità, tradizione e unicità, e poi spacciati come made in Italy. Questo è un vero e proprio inganno per i consumatori e una concorrenza sleale per i nostri produttori agricoli».

Oggi quattro cartoni di latte a lunga conservazione su cinque sono stranieri e non hanno indicato provenienza in etichetta e la metà delle mozzarelle non a denominazione di origine sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere.

Nei primi quattro mesi dell’anno sono già entrati nella nostra provincia, provenienti dai paesi UE, 1.500.000 kg tra formaggi e cagliate, 1.600.000 kg di latte, e 900.000 kg di crema di burro. Sono circa 900 le aziende da latte bergamasche che soffrono per questa situazione e che producono 357 mila tonnellate di latte, una realtà che genera annualmente una produzione lorda vendibile di 130 milioni di euro e che impiega oltre 2.000 unità lavorative.

«Il tema centrale di questa mobilitazione è il latte – precisa Colombi - ma molto probabilmente nei prossimi giorni scenderemo in piazza per difendere altri prodotti. E’ tutto il sistema della filiera che è da rivedere. E’ inaccettabile che per ogni euro speso dai consumatori in alimenti 60 centesimi vadano alla distribuzione commerciale, 23 all’industria alimentare e solo 17 centesimi ai produttori agricoli. Riteniamo inoltre che sia urgente rendere obbligatorio indicare in etichetta la provenienza dei prodotti alimentari venduti sugli scaffali già in vigore per la carne bovina e per quella di pollo, ma che manca ancora per la carne di maiale, il latte a lunga conservazione i salumi e i formaggi non a denominazione di origine».

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