La cassa integrazione dilaga
Bergamo è la maglia nera

E' stato presentato a Milano il rapporto straordinario dell'Osservatorio regionale della crisi e occupazione, la rilevazione è di fine marzo 2009, con l'analisi dei dati e le valutazioni della Fim-Cisl sulla situazione dell'industria metalmeccanica.

L'Osservatorio rileva sistematicamente la situazione delle 5.700 aziende della Lombardia in cui lavorano 550 mila persone. Ebbene, la cassa integrazione dilaga, l'occupazione è fortemente a rischio, dicono inequivocabilmente le cifre. La crisi sta investendo direttamente 2.827 aziende con 92.243 lavoratori sospesi. La cassa integrazione ordinaria ha avuto un balzo nel 88% in tre mesi.

E Bergamo è la maglia nera di questa classifica con 16.794 lavoratori sospesi (il 18% del totale) nelle 351 aziende interessate dalla cassa integrazione.

Ferdinando Uliano, segretario della Fim-Cisl di Bergamo ha commentato: «La situazione registrata nei primi mesi dell’anno è in forte peggioramento. I dati segnalano per la provincia di Bergamo in particolare il più alto numero di lavoratori e aziende coinvolte in situazioni di crisi. I processi di riduzione della capacità produttiva vengono attuati attraverso la Cassa Integrazione ordinaria. La preoccupazione che abbiamo, il rischio che vediamo avvicinarsi è che alcune aziende a partire dal prossimo settembre inizino a pensare a forme definitive di riduzione occupazionale. Riteniamo indispensabile che si intervenga utilizzando contratti di solidarietà per consentire di superare il periodo critico che abbiamo di fronte non perdendo manodopera. Insieme anche alle altre organizzazioni dei lavoratori metalmeccanici porremo a Federmeccanica di Bergamo anche questa condizione. Nel settore c’è una situazione generalizzata di contrazione degli ordini attorno al 40-50%. Questo ha fortemente investito il settore dell’artigianato, come non mai in passato. La cosa più grave è che i dati, già preoccupanti, sono riferiti soltanto alla realtà industriale, non sono state rilevate le circa 800 aziende che nell’ultimo periodo hanno richiesto la cassa in deroga, coinvolgendo altri 8000 lavoratori. Non vengono rilevati neppure i contratti a termine, che in troppe situazioni non sono stati rinnovati. I settori produttivi più coinvolti sono quelli dell’auto e il meccano-tessile, dove la ristrutturazione in corso viene ulteriormente esasperata dalla crisi globale che ha investito l’economia. Qui, oltre agli ammortizzatori sociali che sono stati messi a disposizione, è importante aprire un fronte che riguardi innovazione, processi e prodotti da modificare e cambiare. Nella nostra provincia il settore manifatturiero è ancora predominante: diventa così indispensabile mettere a sistema tutti gli interventi, da quello finanziario delle banche, a quello istituzionale e delle parti sociali, per poter accompagnare, soprattutto in questa fase, il sistema industriale, così che il nostro settore mantenga l’importanza che la storia gli ha consegnato nella provincia».

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