Valle Imagna, a Valsecca
primo macello a norma Ue

A Valsecca, piccolo paese della valle Imagna, le tradizioni hanno ancora il loro valore. I figli s'impegnano e fanno sacrifici per continuare le attività gestite dai genitori che a loro volta magari le hanno ereditate dagli avi. In quest'ottica tre fratelli di Valsecca, Roberto, Michela e Alessandro Invernizzi, hanno realizzato in via Cascutelli un nuovo macello con annesso negozio per la vendita, in modo da poter continuare l'attività di macelleria dei genitori, papà Enzo e mamma Roberta, che a loro volta l'hanno «ereditata» da nonno Valentino che l'ha aperta nel 1950.

Un impegno finanziario non indifferente che si avvicina ai 250.000 euro per costruire un macello già rispettoso delle nuove norme europee che entreranno in vigore il 31 dicembre, dopo le ultime proroghe. Ieri mattina all'inaugurazione, tra i tanti abitanti presenti, c'era anche il sindaco Caterina Vanoli, con il suo vice Fabio Belli. «Il nostro è un paese di 400 abitanti, dove ci conosciamo tutti e mi fa piacere che tante persone condividano la soddisfazione di questi giovani che hanno coronato il loro sogno di poter disporre di una struttura a norma per continuare il loro lavoro - ha osservato il sindaco Vanoli - Seppur con un po' di difficoltà siamo riusciti a mantenere a Valsecca servizi essenziali come l'ufficio postale, il bar, il minimarket, il panificio e ora anche la macelleria, al servizio della nostra gente e dei villeggianti».

«Siamo attualmente il primo macello della valle Imagna ad essersi messo in regola - evidenzia Roberto Invernizzi, uno dei titolari della macelleria, che è anche assessore a Valsecca -. L'ampliamento e la messa in regola del macello ci sono costati un capitale e non abbiamo ricevuto per questo nessun finanziamento regionale o dall'Unione Europea: sono arrivati 5.000 euro dalla Comunità Montana e dal Consorzio Bim, che ringraziamo». Finora la famiglia Invernizzi macellava soprattutto per servire i suoi due negozi di Valsecca (dove in genere si trovano Alessandro e Michela) e sant'Omobono Terme (dove lavorano Roberto e la madre Roberta). «Ora questo nuovo macello ci permette di lavorare anche per conto terzi, per la ristorazione, per la grande distribuzione o per privati cittadini - continua Invernizzi - Noi fratelli abbiamo voluto fortemente continuare l'attività dei genitori anche se questo ci è costato sacrifici finanziari non indifferenti». Ma come spiega Alessandro, il più giovane dei fratelli, il macello costruito da un'impresa del posto (la Bugada & Mazzoleni) con impianti forniti dalla Tonon di Torino, dà anche nuove possibilità. «Con queste nuove attrezzature il lavoro manuale è ridotto al minimo - spiega Alessandro -. Potremmo lavorare la carne di almeno una quindicina di capi al giorno, tra bovini, equini e suini».

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