Economia / Bergamo Città
Mercoledì 08 Luglio 2009
Casse in deroga: i soldi
non sono ancora arrivati
«Il governo deve sbloccare le risorse per il sostegno al reddito delle lavoratrici e dei lavoratori che stanno utilizzando gli ammortizzatori sociali in deroga. La situazione non è più sostenibile. Sono mesi che i lavoratori attendono di ricevere quanto loro spetta per i periodi di cassa integrazione e di mobilità in deroga».
Ferdinando Piccinini stigmatizza la realtà che si è venuta a creare nella gestione delle Casse in deroga. Si tratta complessivamente di oltre 500 milioni di euro, di cui 70 solo per la Regione Lombardia, stanziati dal Ministero dell’Economia con un decreto di metà aprile e non ancora reso operativo.
In provincia di Bergamo più di 2.500 persone attendono ancora che la loro situazione venga risolta, e si parla solo delle aziende per le quali la Regione ha già emesso i decreti di pagamento. Ci sono poi oltre 8.000 lavoratori in 1.200 aziende per i quali l’attesa sarà ancora più lunga.
Il punto di partenza è rappresentato dalla legge 2/2009 con la quale il governo si impegnava a stanziare risorse straordinarie per il sostegno al reddito dei lavoratori allargando la copertura degli ammortizzatori sociali a settori e tipologie contrattuali che fino ad oggi ne erano esclusi.
In seguito alla legge, l'intesa stato-regioni del 12 febbraio definiva le risorse per il biennio 2009/2010 e il quadro generale entro il quale si sarebbero dovuti realizzare gli interventi. Il 4 maggio 2009 parti sociali e regione sottoscrivevano l'accordo applicativo della legge, con il quale si stabilivano le procedure per il riconoscimento e l'erogazione del sostegno ai lavoratori.
In data 5 giugno la Regione ha emesso i primi decreti per l’utilizzo dei nuovi ammortizzatori. Questi riguardano per la provincia di Bergamo un totale di 291 aziende e 2549 lavoratori. «Quindi tutti i passaggi formali sono stati teoricamente espletati: resta il fatto che a oggi siamo in presenza di una situazione non più accettabile. Nonostante gli impegni e gli annunci di rapido pagamento - continua Piccinini -, sono mesi che i lavoratori attendono di ricevere quanto gli spetta per i periodi di sospensione dal lavoro. Di sicuro grosse responsabilità sono da addebitare al governo, che pur essendosi impegnato nello stanziare le risorse necessarie, non ha ancora concretamente messo tali risorse a disposizione dell'Inps. È irresponsabile che in questo contesto si scontino ancora dei ritardi. Nelle crisi il primo obiettivo è salvaguardare l'occupazione e sostenere il reddito dei lavoratori. Attendiamo risposte immediate che sblocchino questa assurda situazione».
«I ritardi nell'erogazione degli ammortizzatori sociali in deroga - sottolinea in una nota il parlamentare bergamasco del Pd, Antonio Misiani - sono assolutamente inaccettabili. Il governo deve muoversi, e deve farlo rapidamente sbloccando i fondi da destinare all'INPS: è vergognoso che migliaia e migliaia di lavoratori e le loro famiglie aspettino da mesi quanto è loro dovuto. Quanto sta accadendo è la conferma che la rete di protezione sociale, al di là delle promesse e degli annunci del governo, è piena di buchi e non regge l'urto della recessione. In Italia, a differenza degli altri paesi europei, continua a mancare una forma universalistica di sostegno al reddito, e anche le misure che estendono la cassa integrazione a categorie di lavoratori prima non coperti rimangono dettate da logiche emergenziali e di corto respiro. Bisogna cambiare passo, perché così non si va da nessuna parte: i segnali che arrivano dalle imprese ci dicono che la situazione occupazionale, già molto difficile, rischia di aggravarsi ulteriormente in autunno».
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