Istat, a luglio indice -0,1%:
per gli affitti situazione inedita

La crisi, il conseguente calo dei consumi, la riduzione dei prezzi di molti beni. Sono le cause principali della novità che emerge dai dai comunicati dall'Istat, e confermati dalla Camera di Commercio di Bergamo: a luglio l'indice nazionale dei prezzi al consumo, già indice del costo vita, ha fatto segnare, per la prima volta in trent'anni, un calo: la differenza luglio 2008-luglio 2009 è stata del -0,1%.

Al di là della curiosità che suscita il primo dato negativo della storia degli ultimi decenni, ci sono conseguenze pratiche che possono coinvolgere molte persone. Parliamo, per esempio, delle locazioni immobiliari. Praticamente tutti i contratti di affitto prevedono che il canone sia adeguato di anno in anno: e le scritture fra locatore e locatario nella stragrande maggioranza dei casi fanno riferimento all'indice Istat.

Cosa succede allora con un indice negativo? Gli affitti che hanno la loro scadenza a settembre (e per i quali dovrebbe essere applicata la variazione luglio 2008-luglio 2009) devono essere diminuiti oppure no?

Anche gli esperti hanno qualche perplessità: è il caso per esempio del Sicet, il sindacato inquilini della Cisl. Il responsabile per Bergamo, Roberto Bertola, parla di una «situazione inedita». Cauto - nel senso che prima di sbilanciarsi preferisce attendere la conferma ufficiale del dato (-0,1%) che arriverà dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale - Bertola sottolinea comunque che un dato negativo creerà qualche problema sul quale bisognerà riflettere con grande attenzione.

Antonello Pagani dell'Appe (Associazione provinciale della proprietà edilizia) tiene a ricordare che per le locazioni abitative si applica la legge 431/98: a differenza della vecchia legge sull'equo canone (legge 392/78), la norma attuale non contiene disposizioni circa l'aggiornamento del canone. Tutto di fatto è rimandato alla trattativa fra le parti: è il contratto che deve prevedere un adeguamento, specificandone forma e misura.

Gli indici a cui si può fare riferimento - dice Pagani - sono i più diversi (compresi anche alcuni indici europei): tuttavia nella stragrande maggioranza dei casi si fa ancora riferimento all'indice Istat.

«Normalmente - spiega - i contratti dicono che "è facoltà del locatore chiedere annualmente l'adeguamento del canone in base all'indice ...". Questo significa che con un indice negativo, come nel caso di luglio 2009, il locatore semplicemente può non chiedere l'applicazione dell'adeguamento, e il canone rimane invariato». «Se invece - continua - il contratto prevede un automatismo dell'adeguamento all'Istat, caso comunque raro, allora il canone dovrebbe essere effettivamente ridotto».

La situazione è talmente nuova che il dibattito si è appena aperto: e poi, se l'economia dovesse tornare a marciare rapidamente, il caso di luglio potrebbe restare l'unico. L'unico in trent'anni.

Il sito dell'Istat

Guarda la serie storica delle variazioni dell'indice dei prezzi al consumo

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