Richieste di lavoro, Bergamo
non trova fabbri e ingegneri

Il fabbro è la figura più difficile da trovare a Bergamo. Per il 2009 si prevedono 250 assunzioni. Ma soddisfare questa richiesta sarà pressoché impossibile. È complicato reperirne il 97,6%: quasi tutti. Il dato emerge dall’annuale indagine Excelsior di Unioncamere e ministero del Lavoro sulla domanda da parte delle imprese private del manifatturiero e dei servizi: è esclusa l’agricoltura. La crisi si fa sentire: in Bergamasca si prevede una perdita di 5.750 posti di lavoro e la provincia mostra di soffrire più della media. L’occupazione calerà del 2,1% contro l’1,5% regionale e l’1,9% nazionale. A fronte di oltre 17 mila uscite dal lavoro, si prevedono comunque più di 11 mila assunzioni. Di queste 8.970 riguardano lavoratori non stagionali. Sono il 40% in meno rispetto al 2008, quando se ne prevedevano 14.890, e il crollo dà l’idea di quanto il mercato del lavoro sia meno vivace del passato. Ci sono però figure difficili da scovare.

ARTIGIANATO IN AFFANNO

In generale a Bergamo sono di difficile reperimento poco meno di un quarto delle assunzioni non stagionali previste. Ovvero si farà fatica a coprire 2.220 posti, pari al 24,7% del totale: meno rispetto all’anno scorso (29,2%), ma più della media regionale (22%) e nazionale (20,5%). È sopra la media anche il tempo necessario per la ricerca del personale: le imprese bergamasche ci mettono quasi sei mesi e mezzo, contro i 4,8 della Lombardia e i 4,1 dell’Italia. Nell’industria orobica si arriva quasi a nove mesi, mentre nei servizi si scende poco sotto i quattro. I problemi fra l’altro aumentano per l’artigianato, che fatica a trovare più di due quinti dei dipendenti di cui ha bisogno (43% contro il 36,6% del 2008).

CERCANSI VENDITORI AL MINUTO
Diversa è la classifica delle professioni più richieste, che cambia anche per effetto della crisi. C’è uno spostamento marcato verso le professioni qualificate del commercio e dei servizi: le previsioni parlano di 2.220 assunzioni, pari al 24,8% del totale, con un aumento di quasi otto punti rispetto al 2008, quando il settore pesava per il 15,9%. Il terziario è l’unico ambito che riesce a limitare il calo delle assunzioni a -6,3%. Gli addetti alle vendite al minuto sono le figure più ricercate: si prevede che ne servano poco più di mille e solo il 17% è ritenuto di difficile reperimento. Aumenta, in misura più contenuta, il peso delle professioni tecniche e degli operai specializzati. Si ridimensiona invece in modo significativo la figura operaia dei conduttori di impianti e degli addetti ai macchinari, che perdono più di dieci punti scendendo al 12,1% dal 23,1%. Per loro il crollo delle assunzioni va ben oltre il 40% e arriva al 68,6%. Con variazioni molto più limitate si riduce anche il peso di impiegati e professioni non qualificate.

AUMENTA LA DOMANDA NELLA SANITA'
Fra tanti segni negativi, si trova qua e là qualche incremento. Nel terziario aumenta la domanda di professioni qualificate nei servizi sanitari (+19,4%) e nei servizi personali e assimilati (+26,7%). «Segno di una dinamica importante a Bergamo del settore privato della sanità, dell’assistenza e dei servizi alla persona», annota la Camera di Commercio nel commento alle previsioni locali. Tra i profili più elevati, aumenta la richiesta di specialisti in scienze matematiche, fisiche e naturali, di specialisti nelle scienze della vita e di tecnici delle scienze quantitative, fisiche e chimiche. Incrementi si ritrovano anche tra le professioni che rientrano nella categoria degli operai specializzati: si cercano più addetti alle rifiniture delle costruzioni, più installatori e manutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche e più fabbri.

LA TOP TEN DEGLI INTROVABILI
E queste sono anche tra le qualifiche meno disponibili sul mercato. La difficoltà a reperirle arriva nell’ordine al 65,2%, al 79% e al picco del 97,6%. Si fa fatica a trovare anche operai specializzati del tessile e dell’abbigliamento (70,3%), per i quali tuttavia la domanda è crollata in un anno del 63,6% a una quarantina di assunzioni. Preso come gruppo professionale nel suo insieme, quello degli operai specializzati, nonostante il calo del 33% della domanda, resta la figura meno facile da scovare: uno su due non si trova (52,6%), a dimostrazione, dice l’indagine, di uno sfasamento strutturale sul mercato del lavoro. Nella top ten delle professioni più difficili da trovare ci sono anche tecnici (paramedici, della distribuzione commerciale e assimilati e delle scienze ingegneristiche), ingegneri, addetti a professioni qualificate nei servizi personali e assimilati e personale con funzioni specifiche in campo amministrativo, gestionale e finanziario. Ma per questi ultimi la difficoltà a rispondere al fabbisogno stimato è meno della metà rispetto alla carenza di fabbri.

© RIPRODUZIONE RISERVATA