Franco Chiesa: ultime ore
per trovare un acquirente

Ultime ore prima di conoscere il destino della sede cittadina di via Correnti della Franco Chiesa in concordato preventivo. Dopo che nei mesi scorsi la situazione si era già sbloccata per le filiali di Cantù, Romano, Villa d’Adda e Fara Gera Lario (Como), entro le 13 di giovedì il commissario giudiziale Luciana Gattinoni attende eventuali altre offerte oltre a quella presentata ai primi di agosto, che finora resta l’unica e che parlava di una cifra di 2.145.487 euro, con l’impegno di riassumere «almeno 72 dipendenti» sugli attuali 148.

Se entro giovedì arriveranno una o più offerte migliorative, venerdì alle 11 nello studio del commissario si terrà una gara d’asta, altrimenti già giovedì la sede di via Correnti verrà aggiudicata al primo offerente.

Intanto però nelle ultime ore c’è da registrare una defezione importante: il Consorzio B.B.C. Bergamo, nato lo scorso luglio dalla volontà di alcuni imprenditori seriani per tentare di unire i clienti della Franco Chiesa, (imprese idrauliche, elettriche, edili), in modo da formulare una proposta che consentisse «di mantenere bergamasca un’azienda storica del mondo dell’impiantistica locale», avrebbe deciso di non presentare una propria offerta.

Lo ha dichiarato con rincrescimento il vice presidente del Adriano Capponi (Idrotermica Leffese di Gandino) che insieme al presidente Roberto Bonfanti (Termoidraulica Bonfanti di Colzate) è un po’ l’anima del Consorzio. «Alla fine purtroppo - spiega Capponi - non c’è stato il tempo sufficiente per mettere in piedi un’offerta significativa. C’è il rammarico che alcuni dei soci del consorzio non abbiano recepito fino in fondo questa opportunità».

Nonostante questa importante rinuncia, il commissario giudiziale Luciana Gattinoni si dice ancora «fiduciosa» che qualcun altro possa aggiungersi all’offerta iniziale: non può logicamente sbilanciarsi, ma «in questi casi - fa capire - è abbastanza frequente il fatto che le domande vengano presentate in extremis».

Tra l’altro nelle scorse settimane, oltre al Consorzio, un altro gruppo lombardo del settore pareva interessato a entrare in lizza. Nessuna indicazione ovviamente, da parte del commissario, sul nome dell’azienda che ha presentato l’offerta iniziale, anche se da più parti circola l’indiscrezione non confermata che possa trattarsi ancora della milanese Fisar, che si era già aggiudicata la filiale di Cantù a metà luglio, riassorbendo 23 su 32 dipendenti.

«Vedremo come andrà a finire - spiega Alberto Citerio, segretario provinciale di Fisascat-Cisl - ma dal nostro punto di vista e soprattutto da quello dei lavoratori, c’è preoccupazione: sarebbe un peccato che non ci fossero offerte alternative, specie sul fronte del riassorbimento degli organici».

«In effetti - aggiunge Paolo Agliardi segretario provinciale Filcams-Cgil - la prima offerta di riassorbimento di 72 dipendenti su 148 è molto bassa: da un altro acquirente, oltre a migliorare l’offerta economica, mi aspetterei che arrivasse almeno al riassorbimento di un centinaio di dipendenti. Questa gara è il clou della vicenda Chiesa, perché la sede di Bergamo è quella con più occupati: mi dispiace che il consorzio seriano abbia gettato la spugna, ma fin dall’inizio ho avuto l’impressione che non ci fossero le basi economiche per partecipare a una gara così importante».

«Se anche alla fine ci sarà solo l’opzione di partenza - aggiunge il segretario provinciale di Uil-Uiltucs Maurizio Regazzoni - ci incontreremo con l’azienda per cercare di alzare al massimo il numero dei lavoratori che potranno essere riassorbiti. In queste ultime ore utili per la presentazione delle offerte l’unica cosa è aspettare: vedremo se arriveranno novità».

Dopo Bergamo occorrerà capire il destino di altri due siti: quello di Sesto San Giovanni che occupa 11 lavoratori e quello di Onore con 23, oltre al magazzino di Cologno al Serio con 9 dipendenti, sulle quali non sono ancora arrivate offerte. Attualmente sono 295 i lavoratori della Franco Chiesa che utilizzano la cassa integrazione straordinaria su un totale di 342 addetti al momento dell’apertura della procedura. Intanto sul cancello della sede di via Correnti è apparso un cartello in cui si annuncia la riapertura il 15 settembre.

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