Sicet: «Ok il blocco rate dei mutui
Ora interventi per gli inquilini»

«L’iniziativa dell’Abi di congelare per un anno le rate di mutuo alle famiglie dei lavoratori che hanno perso l’impiego, o che hanno avuto una contrazione dei redditi, è senza dubbio positiva. In Italia versano in fortissima difficoltà anche le famiglie che vivono in affitto: 4 milioni e mezzo che faticano e spesso non ce la fanno a pagare canoni talmente elevati che incidono, su molte di loro, per il 50 % sui redditi, in Italia così come a Bergamo».

Così interviene Roberto Bertola, segretario generale del Sicet di Bergamo, il sindacato degli inquilini promosso dalla Cisl. Ma allarmanti, secondo il sindacato orobico, sono anche le 650 mila domande inevase ai comuni per una casa pubblica in affitto, che in provincia di Bergamo, ammontano a 4.723.

«Dall’avvio della crisi - continua Bertola - non è stata prevista nessuna misura a sostegno dell’affitto. Anzi, inspiegabilmente, il Governo ha ridotto gli aiuti agli inquilini e non ha ancora provveduto a ripartire alle Regioni i fondi di sostegno all’affitto per il 2009».

Il segretario del Sicet ritiene non più rinviabile un intervento concreto per chi vive in affitto. «Subito la ripartizione alle regioni del fondo di aiuto per la locazione 2009, assieme a una dotazione di 500 milioni di euro per il 2010. Il Piano nazionale di edilizia abitativa varato nel 2008, nonostante gli annunci del Governo, non ha messo a disposizione nessun alloggio per l’affitto».

Intanto, hanno già abbondantemente superato il migliaio le richieste di informazioni giunte al Sicet di Bergamo per quanto riguarda il contributo della Regione Lombardia per gli affittuari che si trovano in stato di disagio lavorativo. «Tante informazioni e tanta delusione, quando le persone, la stragrande maggioranza di esse, si rendono conto di non avere i requisiti necessari per la partecipazione al bando».

Così Bertola sintetizza la situazione per quanto riguarda lo sportello orobico, messo a disposizione dalla Cisl provinciale per fornire informazioni e assistenza nella compilazione della domanda necessaria. Ma lo stato delle cose, visti i rigidi parametri applicati dal Pirellone, è proprio questo. La Cisl e il Sicet non hanno mai nascosto critiche e perplessità per una misura che sembra fatta apposta solo per l’immagine: crea discriminazioni sulla cittadinanza e la residenza del lavoratore; esclude che ha perso il lavoro per altri motivi che non siano il licenziamento o la mobilità o che non abbia fatto domanda per il Fondo Sociale per l’anno precedente; crea, per particolari conteggi sull’Isee, situazioni kafkiane che premierebbero lavoratori più ricchi rispetto a più bisognosi.

La maggioranza delle persone che vivono in affitto nella nostra regione, o chi cerca una casa con affitti sopportabili, riceve un aiuto pubblico sempre più misero o addirittura inesistente, mentre i sussidi non riescono a tenere il passo con il numero delle domande di contributo, e a nulla serve che Stato e Regione introducano norme con effetto discriminatorio nell'accesso alle misure di aiuto pubblico a danno di alcuni settori disagiati come gli immigrati, per nascondere la drammatica insufficienza delle risorse destinate al welfare abitativo.

«La stessa drammatica situazione – continua Bertola – si ripercuote anche nella misura destinata ai cassintegrati e ai disoccupati. La Giunta regionale ha comunque fatto la bella figura di aver stanziato una bella cifra, ma ha messo talmente tanti paletti da renderli inutilizzabili, o utilizzabili soltanto in una misura piccolissima». 

In Italia le famiglie in locazione sono il 22,8%, a Bergamo il 20,4. Il patrimonio abitativo in Italia è vecchio e di cattiva qualità, costruito per il 70% prima del 1970 ed è in forte aumento il fenomeno dell’inurbamento e del sovraffollamento. La forte richiesta di alloggi in affitto, cresciuta con la crisi delle compravendite, mantiene elevati i valori della locazione, che pur essendo inferiori a quelli dei paesi dell’Unione, a causa dei redditi bassi e ridistribuiti su un numero maggiore di persone, vede una forte incidenza reddito/canone che in Italia è mediamente del 45%.

Settanta metri quadrati in locazione costano mensilmente nelle grandi città 850 euro, a Bergamo il costo medio è di 550. Anche la situazione degli sfratti indica dati allarmanti. Tra il 2007 e il 2008 in Italia sono aumentati del +106%, come a Bergamo. «Oggi, come se questi dati non bastassero - conclude Bertola - abbiamo migliaia di disoccupati, cassintegrati e lavoratori in mobilità che, pur non riuscendo più a pagare l’affitto, non riescono a usufruire del fondo così gentilmente messo a disposizione dalla Regione, mentre vediamo alzarsi in maniera esponenziale il numero degli sfratti».

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