Top ten delle società miliardarie
Ci sono anche 4 bergamasche

Sono 51 le imprese e i gruppi bergamaschi tra le grandi industrie censite da Mediobanca nell’annuale rapporto sulla situazione imprenditoriale nazionale. Si confermano a quota 4 le imprese e i gruppi bergamaschi capaci di registrare un fatturato complessivo pari, per il 2008, ad oltre un miliardo di euro.

Sono 51 le imprese e i gruppi bergamaschi tra le grandi industrie censite da Mediobanca nell’annuale rapporto sulla situazione imprenditoriale nazionale. Cinquantuno imprese che, se da un lato registrano un incremento di 3 unità rispetto al report elaborato nel 2008, dall’altro rappresentano poco più del 2% delle imprese e dei gruppi industriali a livello nazionale censiti da Mediobanca: un punto percentuale in meno rispetto a quanto si evidenziava lo scorso anno.

Si confermano a quota 4 le imprese e i gruppi bergamaschi capaci di registrare un fatturato complessivo pari, per il 2008, ad oltre un miliardo di euro. Per le prime tre società della classifica si tratta di una riconferma: al vertice assoluto, con 5,77 miliardi di euro si conferma Italcementi (che con il gruppo Italmobiliare si attesta al 17° posto nazionale); Dalmine è al secondo posto bergamasco accreditata di 1,65 miliardi di euro di ricavi (87° posto nazionale); Same Deutz-Fahr Group si attesta al 3° posto bergamasco (guadagnando una posizione) forte dei suoi 1,21 miliardi di euro (al 124° posto nella classifica nazionale). Al quarto posto la new entry Brembo: 1,06 miliardi il volume d’affari del 2008 (150° posto nazionale).

Esce dalla classifica il gruppo Radicifin che, dal 3° posto bergamasco con 1,4 miliardi di euro nel 2008, è sceso al 5° posto registrando un volume d’affari pari a 961 milioni di euro (175° posto nazionale).

La rilevazione di Mediobanca per il 2009 segna, per la «pattuglia orobica», un incremento di tre unità. Occorre però tener presente che il saldo netto è il frutto di tre «uscite» compensate da 6 nuovi ingressi nella speciale classifica. Partiamo dalle tre escluse: rispetto alla classifica stilata nel corso del 2007, Mediobanca quest’anno non ha censito la Ronal Italia (che si era attestata un anno fa al 707° posto assoluto con 190 milioni di fatturato), il Cotonificio Honegger (1.438° posto con 62,9 milioni di euro di ricavi) e la Ladyberg (1.500° posto assoluto forte di 55,1 milioni di ricavi).

Le sei new entry, invece, sono: la Miro Radici Family of Companies (191° posto assoluto con 843 milioni di euro di ricavi); la Lucchini Rs (532° posto con 287 milioni di euro di fatturato); la Nicotra Gebhardt (797° posto con 171,6 milioni di euro di fatturato); la Italtrans (979° posto con 129,1 milioni di euro di ricavi); la Valtellina (1.078° posto con 112 milioni di euro di ricavi); la Sit - Società Italiana Trasmissioni (1.101° posto con 108,4 milioni di euro.

Se si elaborano i dati del rapporto Mediobanca andando a guardare il valore dell’utile, la classifica assume un’altra fisionomia. Al vertice si colloca la Dalmine con 184,9 milioni di euro, seguita da Italcementi che ha registrato 138,4 milioni di euro. E sono solo queste due le società «centenarie». Seguono Brembo (37,5 milioni di euro), Gewiss (28,79 milioni), Finanziaria il Belvedere - gruppo Carvico (22,5 milioni), Siad (22,17 milioni) e Lucchini RS (21,9 milioni).

Sono ventisei, in crescita di due unità rispetto alla situazione fotografata nel corso del report elaborato da Mediobanca nel 2008, le aziende bergamasche che occupano una posizione tra le prime mille imprese italiane. Un dato, questo, che sottolinea la forza della realtà imprenditoriale bergamasca che, di fatto, guadagna ben due aziende in questa speciale dimensione della classifica rispetto alla situazione precedente. Per quanto riguarda la «fetta» di imprese classificate tra il millesimo e il 1.500° posto, Bergamo è presente con 23 aziende: lo stesso valore che si era registrato nel corso della precedente edizione dell’indagine di Mediobanca.

E c’è una presenza bergamasca anche nella speciale classifica delle imprese «dinamiche» che, ogni anno Mediobanca stila in occasione del suo report. Si tratta della Pietro Pozzoni e C., che si colloca al 7° posto tra le 19 grandi imprese censite. Nella classifica, va ricordato, appaiono solo le società che possono vantare un fatturato nel 2008 fino a 2 miliardi di euro o con con più di 499 dipendenti, ma che segnano un incremento delle vendite maggiore del 20% e incidenza del risultato sul fatturato 2008 maggiore del 4%. Come detto, la classifica (guidata dalla Pietro Fiorentini, azienda milanese) vede la Pietro Pozzoni e C. al 7° posto con un fatturato 2008 pari a 220 milioni di euro in crescita del 33,6% rispetto ai 164 milioni di euro del 2007. Il risultato d’esercizio si è attestato a 12,8 milioni con un incremento del 5,9% rispetto agli 8,7 milioni che l’azienda di Cisano Bergamasco ha realizzato nel corso del 2007.
Paolo Perucchini

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