Atu, il supermarket dell'auto
chiude la filiale di Curno

È durata solo due anni l’avventura bergamasca per la multinazionale tedesca Atu, autosupermarket e officina, approdata a Curno nell’estate 2007 con l’apertura di una filiale di 1600 metri quadrati, che segnava in pratica il primo atto di una fase di espansione in Italia che contava 8 filiali. Di queste oggi, causa la crisi dell’automotive che ancora non accenna a placarsi, resteranno in attività soltanto le sedi di Bolzano e di Reggio Emilia.

Con Bergamo infatti, la società tedesca ha deciso di chiudere anche le filiali di Bologna, Ferrara, Modena, Torino e Verona, lasciando complessivamente a casa 73 dipendenti della Atu italiana, di cui 14 a Curno tra meccanici e carrozzieri.

Una repentina «inversione di marcia», causata da «costi fissi e logistici di queste filiali molto più elevati rispetto alle altre sedi - ha spiegato Michael Kern, presidente del Consiglio di amministrazione del gruppo -. Si aggiunge poi la variante della domanda moderata in conseguenza della perdurante crisi economica che, dal punto di vista aziendale, non rende più conveniente mantenere in piedi l’attività. Purtroppo in queste sedi non si è raggiunta la massa critica necessaria».

Pensare che solo 27 mesi fa, Atu aveva intenzione di aprire 70 filiali in tutta l’Italia settentrionale, dalla Liguria all’Emilia Romagna: la crisi ha fatto precipitare la situazione. Ora stanno per essere avviate le trattative con il sindacato: «Da parte nostra - spiega Thomas Barbantini, responsabile per il mercato italiano di Atu - faremo di tutto per trovare la soluzione più indolore possibile per i nostri dipendenti».

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