Auto, più autosaloni meno concessionari

Anche in provincia il comparto è stato rivoluzionato per i cambiamenti della normativa degli ultimi anni

Gli ultimi anni hanno visto una profonda trasformazione nel comparto delle vendite di automobili, strutturato su due categorie. I concessionari vendono principalmente auto nuove della casa produttrice con cui sottoscrivono un mandato, che stabilisce obiettivi di vendita, di risultato e regole di gestione della struttura: per loro la vendita dell’usato è marginale o secondaria. Gli autosalonisti, invece, non hanno mandati da case produttrici, hanno come finalità prima il mercato dell’usato e se si riservano spazio anche per auto nuove, queste sono auto acquistate dalle concessionarie.

«Questa è la situazione che si è delineata a partire dal 2000 circa, con delle nuove normative che hanno permesso, per esempio, ai concessionari di poter vendere anche più marche d’auto e obbligato il mercato dell’usato a fornire una garanzia di almeno un anno» - spiega Fabio Sala, del gruppo Concessionari d’auto di Confesercenti Bergamo. «Con le nuove leggi sulla concorrenza del 2004 - conferma Nuccio Longhi, presidente della categoria Concessionari d’auto Ascom di Bergamo - sono cambiati i rapporti con le case produttrici. In positivo, possiamo vendere più marche, aprire un punto vendita in qualsiasi zona europea, aprire una discussione sugli obiettivi di vendita. In negativo, il nostro margine di guadagno sulle marche non è più certo».

Negli ultimi dieci anni, secondo i dati della Camera di commercio, elaborati da Ascom e Confesercenti, si è passati in provincia di Bergamo dalle 70 concessionarie del 1998, a 51 nel 2006, con un calo quindi di 19 punti vendita. «La contrazione è legata a fattori culturali, perché alcuni non hanno compreso il cambiamento e altri non avevano i soldi necessari ad adeguarvisi - sostiene Sala -. Ci sono anche state chiusure di mandati e alcuni concessionari hanno scelto di diventare autosalonisti». C’è stata anche una contrazione delle reti, «con un calo di mandati, in Italia, tra il 2000 e il 2006 del 17% e tra il 2003 e il 2006 dell’8% - ha proseguito il rappresentante di Confesercenti - Questo perché sono diminuite le singole concessionarie e aumentati i gruppi, lasciando inalterato il volume d’affari. Una diminuzione dei mandati frutto anche di uno studio di geomarketing da parte delle case produttrici e delle concessionarie sul territorio». E, infine, sono mancati i passaggi generazionali. «Per ora ci saranno degli assestamenti, con qualche percentuale di crescita o di diminuzione, ma niente di più - ha aggiunto Longhi - I grossi cambiamenti ci sono stati con l’introduzione della nuova legge nel 2004». Per Fabio Sala, invece, il futuro delle concessionarie passa dal multibrand, la specializzazione del personale l’informatizzazione, il marketing, le nuove tecnologie in officina e la qualità di nuovi servizi (come l’assicurazione, il noleggio di vetture e la gestione di flotte aziendali).

Tutto questo ha comportato una crescita degli autosalonisti in provincia di Bergamo: ben 69 in più dal 1998 (19) al 2006 (88), sempre secondo i dati della Camera di commercio, elaborati da Ascom e Confesercenti. «A Bergamo gli autosaloni costituiscono una tradizione per la nostra terra, che in questi anni ha registrato una specializzazione - ha commentato Loreno Epis, presidente di Assoauto dell’Ascom di Bergamo - Con le recenti normative, si sono create le aperture di nuovi saloni, che è una cosa positiva. Ma in questi ultimi 10 anni si è anche verificata l’importazione parallela, che ha creato qualche problema». Non trovando auto usate in Italia, gli autosaloni attingevano al mercato straniero, «dove, però, le legislazioni non erano chiare - ha continuato il presidente Assoauto - con complicazioni di ordine fiscale e la creazione di una situazione che non ha giovato al mercato».. A parte questo, il mercato dell’usato è fiorito, soprattutto "dopo l’introduzione dell’euro, che ha raddoppiato i prezzi, come in altri settori - ha detto ancora Epis - portando a una maggiore richiesta da parte dei clienti e alla fioritura di un mercato dell’usato di qualità, con l’avvento delle nuove normative, che stabiliscono maggiori controlli e la garanzia di almeno un anno. Con un innalzamento, per noi autosalonisti, dei costi di gestione e rischio, calcolando che la gestione del magazzino è tutta a nostro carico».

Lo sguardo sul futuro è positivo: «A Bergamo siamo tanti, ma se uno lavora bene gli spazi ci sono - ha concluso Loreno Epis -. L’unica cosa che penso andrebbe cambiata è l’abolizione della tassa sul passaggio di proprietà, che si paga solo in Italia, e che, a volte, arriva a costare quasi più dell’auto, nel caso dell’usato».

(24/10/2007)

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