Banche popolari, è linea dura:
«Atto negativo per risparmio e famiglie»

Le banche popolari colpite dalla riforma renziana hanno deciso di procedere insieme e sono pronte ad andare fino in fondo.

Questo il «verdetto» uscito dopo la riunione giovedì pomeriggio dei vertici degli istituti a cui ha preso parte anche il presidente del Consiglio di sorveglianza di Ubi Andrea Moltrasio, che, a proposito dell’urgenza con cui è passato il decreto, si è limitato a dire: «È tutto urgente e niente è urgente in questo Paese».

Il comunicato di Assopopolari, reso al termine della riunione e fatto circolare a Borse chiuse, non lascia spazio ad equivoci di sorta: ritiene il decreto legge approvato dal governo «gravido di conseguenze negative per il risparmio nazionale e sul credito delle famiglie e delle piccole e medie imprese, per un Paese, come il nostro, privo di investitori di lungo periodo in aziende bancarie e, non ultimo, ingiustificato e ingiustificabile».

Gli istituti spiegano che «non deve esserci una politica economica finalizzata esclusivamente a trasferire la proprietà di una parte rilevante del sistema bancario italiano alle grandi banche internazionali».

Per queste ragioni «le Popolari non lasceranno nulla di intentato, perché il decreto legge venga meno e l’ordinamento giuridico continui a consentire a tutti di mantenere la propria identità».

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