Banco Popolare, Saviotti:
«Arrabbiato nero con l'Europa»

«Avevo detto che ero arrabbiato, ora ci aggiungo un aggettivo: sono arrabbiato nero». L'ad Pier Francesco Saviotti all'assemblea dei soci del Banco Popolare usa in realtà un verbo ancora più forte per definire il suo atteggiamento verso l'Eba.

«Avevo detto che ero arrabbiato, ora ci aggiungo un aggettivo: sono arrabbiato nero». L'amministratore delegato Pier Francesco Saviotti all'assemblea dei soci del Banco Popolare usa in realtà un verbo ancora più forte per definire il suo atteggiamento verso l'Eba, l'autorità bancaria europea che ha imposto più stringenti limiti patrimoniali, cambiando le regole in corsa.

«È una decisione improvvida, illogica, iniqua e scellerata che non risolve i problemi del sistema bancario, ma li accentua, perché il problema non è il patrimonio ma semmai la liquidità - ha proseguito Saviotti, precisando comunque che il Banco è già «coperto» fino a settembre 2012 -. Era stato fissato l'obiettivo del Core Tier One (il rapporto tra le attività a rischio e il patrimonio di base Ndr) al 7% entro il 2019 e stavamo lavorando per arrivarci in anticipo, tra il 2012 e il 2013: ora alle cinque banche principali è richiesto di arrivare al 9% entro giugno. È una decisione che contestiamo e ci auguriamo che venga modificata, ma alla quale siamo però obbligati, anche se non abbiamo bisogno di patrimonio».

Nessun nuovo aumento, quindi dopo quello da 2 miliardi di inizio anno, ma i soci potrebbero dover rinunciare al dividendo. «Se le richieste dell'Eba saranno confermate - ha precisato dopo l'assemblea Saviotti - credo che non potremo neppure prevederlo». Attualmente il Core Tier 1 del Banco è al 6,5%.

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Dalla fusione delle varie controllate per creare la Banca unica restano escluse Banca Aletti, Italease e soprattutto il Credito Bergamasco, che, come ha ricordato in assemblea il consigliere delegato del Banco Popolare Pier Francesco Saviotti «resta società quotata sottoposta al controllo e alla direzione e coordinamento del Banco Popolare».

Il fatto che sia rimasta societariamente distinta, periodicamente fa lanciare illazioni a qualche osservatore che questo possa essere una premessa ad una possibile vendita, in chiave di rafforzamento patrimoniale. Se ne parla ormai da anni e i fatti hanno confermato le smentite del Banco. Anche sabato in assemblea Saviotti ha dichiarato che l'unica cessione importante allo studio è quella della partecipazione di Agos Ducato, la società del credito al consumo.

Più che a vendere, anzi, il Banco sta comprando azioni Creberg. La quota è quasi simbolica, non raggiunge nemmeno lo 0,01%, ma in ogni caso negli scorsi due mesi il Banco Popolare ha comprato azioni per Creberg per 99 mila euro, con piccoli acquisti sul mercato quasi quotidiani.

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