Bcc, nasce un ponte fra Treviglio e AgrigentoCassa rurale: sì alla nascita della banca siciliana

Il presidente Gianfranco Bonacina riassume nella definizione di «Banca delle comunità nel distretto del bene comune» il modello che la Cassa rurale Banca di credito cooperativo di Treviglio vuole sviluppare sul suo territorio di azione in Bergamasca. Ma lontano dai confini c’è anche l’appoggio per la crescita di esperienze analoghe in altre terre, come l’assistenza alla Bcc di Agrigento, nata ad agosto e che entrerà in attività dopo l’Epifania. Questo "tutoraggio" si traduce in consulenza nel fare banca in modo corretto, evitando in particolare condizionamenti: nessun legame, né vantaggi economici (anche se Treviglio sopporterà qualche onere per le trasferte e l’impegno nell’attività), ma un appoggio, operativo e morale, forse ancora più importante.

«Si può immaginare quanto possa essere difficile fare banca in certe situazioni - sottolinea Bonacina - ma riteniamo che sia un dovere dare una mano per fare emergere quelle che sono le forze positive di un territorio». La Cassa rurale ha già condotto con successo per cinque anni, dal 1999, il «tutoraggio» della Bcc dei Comuni Cilentani, banca salernitana nata dall’unione tra quattro piccoli istituti a rischio commissariamento. «È stata un’esperienza bellissima che ha lasciato un legame profondo tra tutti - commenta Bonacina - Avere una cassa amica, con una storia e una cultura di cooperazione diversa da quella del posto, ha permesso l’affermazione della voglia di fare, girando pagina». Adesso la Bcc campana ha realizzato 1,4 milioni di utili nel primo semestre ed ha superato senza rilievi l’ispezione della Banca d’Italia che le ha concesso l’apertura della sua undicesima filiale. «Vuol dire che il coraggio di qualche anno fa si è trasformato in fiducia» - aggiunge Bonacina.
Ora si vorrebbe ripetere l’«esperienza bellissima» con la Bcc Agrigento. «Ci ha contattati l’anno scorso il presidente del comitato promotore, Ignazio La Porta, presidente dei commercialisti di Agrigento, per chiederci sostegno nell’avvio. Abbiamo incontrato le persone che stanno promuovendo l’iniziativa, tra i quali il presidente della locale Confindustria, in prima linea nella lotta al racket - spiega Bonacina -. Sono determinati e c’è voglia di dire basta al clientelismo e all’assistenzialismo. Solo così si può cambiare».

Ma c’è anche il territorio più vicino. La Cassa rurale aprirà a febbraio la sua terza sede distaccata dopo quelle di Carvico e Treviolo, oltre che 34° filiale. L’obiettivo è aprirne altre quattro nell’anno per intensificare la rete nei quattro territori di competenza: la Geradadda, l’Isola, l’area di Bergamo e ora la Val San Martino.
«Con l’apertura a Calolziocorte, già in passato sede di una cassa rurale, puntiamo allo sviluppo nell’area della Val San Martino non ancora coperta dal movimento - spiega Bonacina - È una zona che si sta sviluppando e sindaci hanno chiesto la nostra presenza. E anche se non siamo ancora presenti ci sono già richieste di adesione dei soci».

Sui soci («la più grande ricchezza del credito cooperativo»), la Cassa rurale ha iniziato un’indagine, partita da Sforzatica e da Bonate Sotto, tra le ultime filiali aperte, per sentirne le motivazioni. «Non diventano soci solo per l’attività bancaria, ma perché sentono di avere un’istituzione vicina che li segue: questo è lo spirito della banca di credito cooperativo - sottolinea Bonacina -. Per fare la banca del territorio bisogna conoscere il territorio, ma per non scendere nel localismo penso che sia meglio puntare su una banca del distretto comune, dove associazioni, istituzioni e operatori si muovono insieme per il bene comune». In questo quadro rientrano iniziative come i micronidi, il finanziamento al Comune di Casirate per realizzare un parco, i prestiti all’1% per gli agricoltori danneggiati dalla grandinata di fine agosto. «Non vogliamo sostituirci a nessuno, ma pensiamo che una banca come la nostra possa intervenire nell’emergenza, senza dar fastidio alle istituzioni, se questo permette di sbloccare la situazione - spiega Bonacina -. A fronte dei bisogni urgenti cerchiamo di fare una risposta, ma felici di lasciare spazio ad altri se il nostro esempio ha dato frutti. Ad esempio abbiamo messo a disposizione sale riunioni gratuite per la comunità a Treviglio, Bergamo e Bonate e in futuro vorremmo anche a Calolziocorte. Forse non tocca noi a farlo, ma mentre qualcun altro si attrezza lo facciamo».
(12/10/2007)

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