Edilizia, allarme dei sindacati:
nei cantieri sempre più partite Iva

Un numero crescente di aziende delle costruzioni non applica il contratto dell’edilizia: utilizza quello di metalmeccanici, commercio o, peggio ancora, rapporti con partita Iva.

Un’espansione che allarma i sindacati del settore: il fenomeno si è accentuato con l’avanzare della crisi, soprattutto nell’ultimo biennio. La «fuga» si spiega col fatto che il contratto dell’edilizia è più oneroso per le imprese e più generoso con i lavoratori, oltre a offrire tutte quelle tutele – specifiche del settore delle costruzioni – che altri contratti non possono prevedere.

«Le aziende iscritte alle Cassa edili – dice Angelo Chiari, segretario provinciale Fillea-Cgil – sono in calo ma il dato si spiega non solo con il fatto che diverse imprese hanno chiuso i battenti per la crisi ma anche con una tendenza a uscire dal sistema bilaterale. Alcune di queste applicano ancora il contratto edile ma altre sono passate a quello dei metalmeccanici, più vantaggioso del 10-12%: il contratto dell’edilizia prevede un secondo livello di contrattazione».

Per Chiari, anche prima della crisi c’erano aziende al di fuori del sistema ma si trattava di un fenomeno marginale. Ora si sta espandendo. I dati a livello nazionale sono particolarmente significativi.

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