Elettricità e mercato libero
Il termine slitta di altri 18 mesi

È un pasticcio intricato quello della fine del mercato di maggior tutela per l’energia elettrica.

È un pasticcio intricato quello della fine del mercato di maggior tutela per l’energia elettrica. Il termine, per gli utenti domestici, è slittato al 1° gennaio 2022 con l’approvazione del Milleproroghe del 21 dicembre scorso. Questo slittamento è «salvo intese» che potessero nel frattempo essere raggiunte, ma, visto che intese ancora non ci sono, sarà ben difficile rispettare la scadenza che era stata precedentemente fissata al 1° luglio di quest’anno. Per le piccole imprese invece il termine resta il 1° gennaio 2021.

In terra bergamasca il cambiamento in arrivo riguarda ancora decine di migliaia di utenti. Ed è per questo che l’argomento è stato approfondito dalla nostra rivista «eco.bergamo», in edicola domenica 16 febbraio, gratis per i lettori de «L’Eco di Bergamo».

È vero che le famiglie che ancora hanno un contratto di maggior tutela avranno 18 mesi in più per passare al mercato libero dell’energia elettrica, ma potrebbe essere interessante muoversi in anticipo. Il prezzo del gas, per esempio, è ai minimi, complice l’inverno mite e l’effetto del coronavirus, che ha drasticamente ridotto i consumi soprattutto in Cina, ma non solo. In questo momento converrebbe davvero sfruttare l’occasione per cercare sul mercato libero un fornitore che offra contratti a prezzo fisso per qualche anno, garantendosi quindi qualche anno di forniture a un costo più basso della media degli ultimi anni. Questo vale per il gas ma vale anche per l’energia elettrica.

La nostra rivista si sofferma poi, con un inserto di otto pagine, anche sulla lotta allo smog e alla crisi climatica, che passa anche dalla sostituzione degli impianti domestici basati sulle fonti fossili: una guida ragionata al passaggio ai pannelli fotovoltaici, agli accumulatori di energia elettrica, alle pompe di calore e non solo.

Restando in tema di smog spazio anche ai nuovi materiali da costruzione che «mangiano» gli inquinanti nell’aria. E, per gli amanti degli animali, tutto sul microchip, che ora è obbligatorio anche per i gatti.

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