Export bergamasco avanti tutta – I dati
La Cina è vicina, la Gran Bretagna meno

I dati Istat sono limpidi: nel 2016 i prodotti made in Bergamo approdati in altri Paesi hanno toccato quota 14,4 miliardi di euro, in crescita del 2,1% rispetto al 2015.

Questo il dato generale, che indica un trend, appunto, generale. Le dinamiche rispetto ai Paesi che più apprezzano le produzioni orobiche restano tutto sommato invariate, se non per qualche eccezione.

La prima di eccezione - ma fino a un certo punto - è rappresentata dall’export verso la Gran Bretagna, che lascia sul campo un meno 6%, attestandosi comunque ad una cifra del tutto ragguardevole: 757 milioni di euro. Qui, l’effetto Brexit sembra abbastanza scontato. E ancora: le vendite indirizzate verso la Russia scendono di un 8%, passando da 186 a 171 milioni. Un calo, in questo caso, che sconta l’effetto sanzioni. Se per questi risultati Bergamo non stappa lo spumante, in compenso si può consolare con il dato che viene dalla Cina, dove le esportazioni mettono a segno una crescita a doppia cifra, che sfiora l’11%, a quota 403 milioni.

A regalare sempre grandi soddisfazioni è la Germania, che continua a dimostrarsi «fan» del made in Bergamo (2,4 miliardi il valore delle esportazioni, in crescita del 2,4%). Superato il tetto del miliardo anche in Francia (per la precisione la quota export tocca 1,57 miliardi), seppur in leggera flessione (meno 0,08%). Sul podio salgono anche gli Stati Uniti, mercato che intercetta beni orobici per un valore di poco superiore al miliardo di euro, in aumento dell’1,1%. Bene anche l’export verso la Spagna, che - nella classifica dei primi 10 Paesi verso cui sono dirette le esportazioni - si piazza al quarto posto, scavalcando il Regno di Sua Maestà.

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