Faac chiude il sito di Grassobbio
50 lavoratori verso il licenziamento

Faac Spa chiude il sito di Grassobbio con una cinquantina di dipendenti, tutti fino a oggi impegnati nell’attività produttiva. Nella mattinata di mercoledì 11 marzo si sono svolte le assemblee con i lavoratori.

Il sindacato ha riportato le notizie apprese all’incontro di martedì 10 in Confindustria con i referenti aziendali del gruppo: lì è emerso uno scenario drammatico per la realtà bergamasca, dal momento che non è stata posta alcuna alternativa alla chiusura della produzione nello stabilimento bergamasco, probabilmente per delocalizzarlo nell’Est europeo.

I lavoratori hanno deciso di attuare immediatamente 6 ore di sciopero, e dalle 10 di questa mattina alle 4 del pomeriggio sono scesi davanti ai cancelli a protestare contro la decisione. «Riteniamo che sia un’operazione pianificata sulla testa delle persone che hanno contribuito per anni ai buoni risultati produttivi ed economici prima di Genius e poi di Faac ,con la priorità di aumentare la marginalità del profitto».

«Non è accettabile - dice Marco Tebaldi, della Fim Cisl - chiudere i reparti produttivi a Grassobbio e delocalizzarli, quando i dati produttivi e finanziari del gruppo sono buoni, perciò richiamiamo in modo forte la proprietà a farsi carico delle proprie responsabilità sociali cercando una sintesi seria su bene comune e mercato. Invitiamo l’azienda ad un confronto responsabile per dare prospettive alternative al sito di Grassobbio che salvaguardi l’occupazione ed eviti un disagio sociale certo soprattutto per le donne ed i giovani presenti in organico».

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