Gli allevatori bergamaschi in piazza
Con loro Martina: l’industria batta un colpo

In piazza Affari, a Milano, per «esprimere solidarietà e sostegno della Regione Lombardia alla battaglia» per il prezzo del latte e la difesa dei produttori italiani.

Anche il governatore Roberto Maroni, insieme al ministro Maurizio Martina, ha preso parte alla manifestazione organizzata dalla Coldiretti alla quale hanno partecipato tantissimi allevatori bergamaschi.

«La vostra - ha detto Maroni rivolgendosi agli allevatori in piazza - è una battaglia di giustizia e di equità, non sono privilegi quelli che cercate ma un trattamento equo. Se si va avanti così, ci sono 7.000 allevamenti che rischiano di chiudere in Lombardia». «Faccio un appello alla grande industria - ha concluso il presidente della Lombardia -: non possono sperare di lucrare, spremendo come un limone gli allevatori».

Presente alla manifestazione anche Martina: «Chi produce latte in Italia deve avere remunerati i costi di produzione - ha detto Martina -, noi siamo qui a sostenere la battaglia di Coldiretti e di tutti gli allevatori italiani». Il ministro ha osservato che «c’è un problema di definizione del prezzo» e ha auspicato «che l’industria batta un colpo: chiedo di fare uno sforzo, di riconoscere che in Italia i costi di produzione sono più alti».

«Noi come Governo - ha spiegato Martina - stiamo attivando alcune iniziative, ne discuteremo settimana prossima, l’11, al tavolo con la filiera lattiero-casearia».

Le manifestazioni a difesa degli allevatori si sono svolte in tutta Italia, da Roma a Napoli, da Firenze a Torino. Acqua alta, forte vento di bora e pioggia non hanno impedito a Coldiretti di far arrivare fino alla riva di fronte a Piazza San Marco, a Venezia: qui c’era una «stalla galleggiante» con a bordo due mucche che sono state munte dai rappresentanti della politica regionale a sostegno della manifestazione per proteggere il latte italiano.

«3.500 allevatori - ha sottolineato il direttore di Coldiretti, Pietro Piccioni - aspettano che qualcuno si muova con risultati concreti: se siamo qui, quando avremmo preferito restare a casa, è perché siamo ridotti ai minimi termini, con un settore zootecnico allo stremo delle forze a soli cento giorni dall’Expo. Basta pensare alle quattro nuove stalle che chiudono ogni giorno in Italia, al prezzo medio al litro del latte fresco sceso a 0,35 euro, cioè sotto il costo di produzione. Chiediamo dunque un piano che rilanci il settore lattiero-caseario, ridando dignità alle nostre aziende, con la definizione del discorso dell’etichettatura obbligatoria».

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