Il birrificio Elav chiude. L’annuncio, inaspettato, affidato a poche righe sui social

La sorpresa. Poche righe su Facebook segnano l’addio di una realtà nata nel 2010 che oltre a ritagliarsi una fetta importante del mercato, si era proposta di promuovere oltre la birra anche la cultura.

Un annuncio inaspettato che ha lasciato quasi tutti stupefatti. Il birrificio Elav, tra i più conosciuti birrifici artigianali della nostra provincia, ha annunciato la chiusura con uno scarno comunicato affidato ai social.

Una realtà nata a Comun Nuovo nel 2010 che si era presto imposta nel mercato italiano anche grazie a un’efficace comunicazione legata al mondo dell’arte e della cultura, della musica in particolare.

Negli anni Elav aveva aperto anche locali a Bergamo, l’ultimo dei quali in Città Alta. Per ora non sono note le motivazioni che hanno portato a questa drastica decisione.

Tra i molti birrifici artigianali aperti negli ultimi anni nella Bergamasca, l’Elav di Comun Nuovo, che fa capo ad Antonio Terzi e Valentina Ardemagni, ha sempre dimostrato di essere il più attivo in fatto di idee innovative e iniziative commerciali.

Il noto birrificio è nato nel 2003 e all’inizio le birre erano prodotte in Germania. Poi la svolta nel 2010: quell’anno fu acquistato il primo piccolo impianto di produzione da 300 litri. Negli anni Elav è cresciuto fino ad arrivare a una struttura da 2.000 litri a cotta continua quando era il 2015, totalmente manuale.

L’1 gennaio del 2005, a due anni dall’inizio dell’avventura, Elav aveva aperto l’Osteria della Birra in piazza Mascheroni, rimasta attiva fino al 2017, quando è scaduto il contratto di locazione «6+6» che non è stato rinnovato, spingendo i soci ad aprire, nel dicembre dello stesso anno, il nuovo locale «Elav Beer & Kitchen» in Città Alta, che aveva preso il posto dell’Osteria di via Solata. Nel 2019 ha invece aperto Elav Circus in via Madonna della Neve, successivamente chiuso dopo un’esperienza di pochi mesi.

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