Italcementi, i lavoratori: sciopero pronto
La società: posizione prematura

Lo hanno deciso mercoledì 5 agosto i lavoratori in assemblea nella sede centrale: se la trattativa andrà male pronto un pacchetto di sciopero di 24 ore a settembre. Ma la società spiega: questa posizione è prematura, ci incontreremo prima di settembre. Siamo disponibili a un nuovo confronto.

Nella difficile e incerta situazione aperta dalla vendita ai tedeschi di HeidelbergCement del pacchetto azionario del 45% di Italmobiliare della famiglia Pesenti che controlla il Gruppo Italcementi, mercoledì 5 agosto è stato il giorno delle assemblee: nella mattinata i lavoratori della sede centrale di Bergamo hanno votato e dato il via libera ai sindacati territoriali di categoria per un’eventuale proclamazione di 24 ore di sciopero nel caso la trattativa prevista a settembre in sede ministeriale non darà sufficienti garanzie occupazionali.

Martedì a Roma si era tenuto l’incontro tra la direzione aziendale di Italcementi e il coordinamento nazionale delle Rappresentanze Sindacali Unitarie con le segreterie nazionali e territoriali di Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil: «Siamo fortemente preoccupati per l’esito del confronto - avevano riferito i sindacati orobici di categoria -. La dirigenza di Italcementi non ha dato garanzie sulla mantenimento degli attuali livelli occupazionali».

Qui di seguito l’ordine del giorno votato mercoledì durante l’assemblea nella sede centrale di via Camozzi a Bergamo: «Le lavoratrici e i lavoratori della sede centrale di Italcementi, di CTG e della Calcestruzzi spa esprimono forte preoccupazione per l’esito dell’incontro tenutosi ieri a Roma con il Guppo Italcementi. Chiedono, per questo, con forza la tutela e la salvaguardia dell’occupazione perché non venga dispersa una grande professionalità acquisita negli anni e che ancora potrebbe contribuire allo sviluppo e alla crescita dell’azienda.
Chiedono alle organizzazioni sindacali di tenere alta l’attenzione, monitorare la situazione attraverso incontri mensili che diano informazioni sullo sviluppo dell’operazione e chiedano altresì che venga attivato un tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico che veda la presenza di un referente dell’azienda acquirente HeidelbergCement.
Considerando l’altissima preoccupazione rispetto agli esiti della riorganizzazione delle sedi, principalmente del quartier generale dell’azienda di Bergamo, i lavoratori della sede danno mandato alle organizzazioni sindacali bergamasche la gestione di un pacchetto di 24 ore di sciopero eventualmente da proclamare nel caso in cui la trattativa prevista a settembre in sede ministeriale non fornirà garanzie occupazionali e industriali sufficienti».

Il prossimo confronto con l’azienda si terrà a Roma il 24 settembre alle ore 11, ancora da definire la sede. Da qui il commento dell’azienda: «In merito alla decisione dell’assemblea sindacale di Bergamo sull’eventualità di iniziative di protesta nel prossimo autunno, Italcementi ritiene che la posizione espressa sia quantomeno prematura. La società ribadisce che l’accordo con HeidelbergCement rappresenta l’occasione per Italcementi di contribuire a dare vita a un grande gruppo industriale, il secondo al mondo, in una fase di profondo riassetto globale del settore cemento. L’operazione prevede limitate sovrapposizioni negli assetti produttivi, che comunque non riguardano l’Italia. Per quanto attiene alla sede di Bergamo, è presto per formulare ipotesi. La società ha in ogni caso sottolineato alle rappresentanze sindacali l’apprezzamento ripetutamente espresso dai vertici di HeidelbergCement rispetto al know-how sviluppato a Bergamo da Italcementi. La società conferma comunque la propria disponibilità al confronto, che avrà una prima significativa tappa al Mese il prossimo 16 settembre».

Di «spaventoso silenzio» a proposito della vicenda Italcementi ha parlato invece Luigi Bresciani, segretario generale provinciale della Cgil. Rispetto all’annuncio della vendita del 45% di Italmobiliare al Gruppo HeidelbergCement, il leader del sindacato di via Garibaldi ha detto: «Trovo sorprendenti i giudizi positivi espressi da alcuni imprenditori bergamaschi su un’operazione che impoverisce il territorio, elimina un forte concorrente nel settore del cemento, dismette un grande patrimonio industriale italiano consegnato senza colpo ferire nelle mani di un’impresa tedesca. Tutto ciò che riguarderà i siti industriali, la sede amministrativa e la ricerca e sviluppo della ormai ex Italcementi sarà deciso a Stoccarda e non più in Italia. Il Governo sembra non avere nulla da dire, così come il territorio bergamasco salvo alcune, pochissime, lodevoli eccezioni. E’ sconfortante la resa di un’intera classe dirigente ed imprenditoriale bergamasca e nazionale che, unita all’assenza di una politica industriale pubblica degna di questo nome, sta portando il nostro Paese ad essere sempre più marginale all’interno dei grandi processi economici ed industriali globali».

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