Il Senato ricorda Pesenti - Video
«Ha fatto la storia dell’industria italiana»

Il ricordo in Senato dell’imprenditore scomparso. Il cordoglio dei dipendenti: «Nei corridoi della sede storica di via Camozzi bastava il nome di battesimo per identificarlo. Per noi era l’Ingegner Giampiero».

«Per tutti in Italcementi era “l’Ingegner Giampiero”. Non per una mancanza di rispetto nei suoi confronti, al contrario: nei corridoi della sede storica di via Camozzi a Bergamo bastava il nome di battesimo per identificarlo, essendo stato Giampiero Pesenti ben più che il vertice societario dell’Azienda per oltre trent’anni»: così il Consiglio di amministrazione e tutto il personale di Italcementi ricorda il presidente e consigliere delegato Giampiero Pesenti, morto nella notte tra martedì 23 e mercoledì 24 luglio all’età di 88 anni.

«Lui rappresentava la continuità di una dinastia imprenditoriale che aveva fondato Italcementi, fin da fine Ottocento azienda leader del cemento in Italia e protagonista dello sviluppo economico e sociale del Paese per oltre 150 anni – ricordano i dipendenti unendosi al cordoglio della famiglia Pesenti –. Giampiero Pesenti incarnava l’Azienda italiana che era stata capace di andare oltre se stessa e i propri confini nazionali, acquisendo nel 1992 una multinazionale come Ciments Français, di oltre due volte più grande della stessa Italcementi, e facendo della società bergamasca una protagonista di dimensioni globali, quinto produttore al mondo di cemento. La personalità, l’intelligenza e l’autorevolezza di Giampiero Pesenti hanno contribuito a fare di Italcementi quello che è ancora oggi, pur nel contesto di un gruppo internazionale più grande: una società leader, dal punto di vista industriale ma anche nella capacità di visione, sempre con l’ambizione di andare oltre il presente. Grazie Ingegner Giampiero, per l’insegnamento e i valori che ci ha dato».

E la figura di Giampiero Pesenti è stata ricordata anche in Senato attraverso le parole della senatrice Alessandra Gallone. «Con Giampiero Pesenti ci lascia uno degli esponenti più autorevoli dell’industria italiana. Un uomo bergamasco fino al midollo che ha fatto del lavoro e della produzione e quindi del benessere sociale una missione di vita. Uno di quegli imprenditori che hanno attraversato un periodo importante della vita produttiva del Novecento e che hanno contribuito a fare dell’Italia la settima potenza economica mondiale. Un orgoglio dunque non solo per Bergamo, ma per tutto il nostro Paese a cui mancheranno la sua lungimiranza, la sua genialità e la sua grande competenza». Ecco il video dell’intervento in Aula.

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