In sciopero i lavoratori dell’Enel:
persi 10% degli addetti, rischio sicurezza

Hanno incrociato le braccia in molti, prima di tutto per chiedere più assunzioni, quelle promesse durante l’ultima riorganizzazione dell’azienda eppure ad oggi insufficienti, con una conseguente carenza di personale che si ripercuote sulla sicurezza dei lavoratori.

C’è una grande soddisfazione da parte delle organizzazioni sindacali per l’alta adesione, anche a Bergamo, allo sciopero di venerdì scorso, 25 settembre in Enel Infrastrutture Rete Lombardia.

Nella provincia orobica, dove per l’azienda lavorano circa 200 dipendenti nelle unità operative di Seriate, Treviglio, Grumello del Monte, Clusone e Ponte San Pietro e nelle sedi distaccate di Romano, San Pellegrino e Albino, secondo Filctem-Cgil, Flaei-Cisl e Uiltec-Uil l’adesione ha toccato l’80% dell’organico in servizio.

«I lavoratori della società di Distribuzione di Enel condividono e sostengono con forza le rivendicazioni che noi sindacati abbiamo avanzato con questo sciopero, in particolare in merito al tema delle assunzioni, principale nervo scoperto, perché obbliga i dipendenti a lavorare su turni che si prolungano sempre più, mettendo a rischio anche la sicurezza del lavoro» hanno commentato Pietro Allieri di Filctem-Cgil, Simone Bellini di Flaei-Cisl e Maurizio Pellegrinelli di Uiltec-Uil di Bergamo.

«In Enel Distribuzione a Bergamo abbiamo perso circa il 10% degli addetti rispetto allo scorso anno per le politiche di incentivazione all’esodo regolate dalla riforma Fornero, ma le nuove assunzioni sono state ampiamente insufficienti, lasciando un problema di carenza di organico» avevano detto i tre sindacalisti alla vigilia dello sciopero.

Per numero di clienti serviti, cioè poco meno di 650.000, il territorio orobico costituisce la più importante area lombarda in cui è impegnata Enel Distribuzione, la società che trasporta e consegna l’energia elettrica all’utenza finale. La provincia di Bergamo è percorsa da circa 14.000 chilometri di linee fra media e bassa tensione.

I sindacati ricordano che fino al 9 ottobre proseguono le forme di protesta in corso sin da maggio: lo sciopero dello straordinario per tutti i lavoratori giornalieri, quello dei lavori programmati fuori orario, lo sciopero (cioè la non disponibilità a concordare) in caso di spostamenti di orario e lo sciopero (ovvero la non disponibilità) a sostituzioni volontarie oltre la propria settimana di reperibilità.

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