Ipsa, sbloccata l'impasse
Accordo per la Cassa straordinaria

È arrivata a una conclusione la paradossale vicenda dei 35 lavoratori «rimpallati» tra due diversi fallimenti, quello di Ipsa e quello di Cattaneo Presse International di Albano Sant'Alessandro: poco fa, nella sede Arifl di Milano, i sindacati di categoria Fiom-Cgil e Fim-Cisl e il curatore del Fallimento Ipsa hanno firmato il verbale per la richiesta di Cassa straordinaria della durata di un anno (cioè dal 7 giugno 2012 al 6 giugno prossimo) con l'impegno di aprire la mobilità volontaria per chi voglia andarsene dall'azienda prima del termine della Cassa.

«Ha contribuito a sbloccare il procedimento per ottenere gli ammortizzatori sociali la consapevolezza del curatore Ipsa che, pur mantenendo i dubbi sulla titolarità, questa soluzione mette in sicurezza i lavoratori, evitando che la vicenda diventasse ingestibile» ha detto Mauro Rossi della Fiom-Cgil.

«Quella di Ipsa resta in ogni caso una delle pagine più buie nella storia delle vertenze sindacali del nostro territorio: basti ricordare che dei 35 dipendenti ancora in forza alla data del fallimento diversi lavoratori non percepiscono un euro da circa un anno. Alcuni dipendenti, infatti, sono in Cassa straordinaria a zero ore dal mese di aprile del 2011 e, non essendo riusciti a trovare altro impiego a termine (vista l'età elevata), hanno percepito l'indennità di Cassa straordinaria per l'ultima volta nel mese di aprile del 2012».

I sindacati ricordano che nel luglio dello scorso anno era stato firmato un accordo per l'avvio di una Cassa straordinaria per procedura concorsuale che avrebbe dovuto garantire un anno di integrazione salariale a partire (retroattivamente) dal 7 giugno, data del fallimento dell'azienda. L'iter per l'ottenimento dell'ammortizzatore sociale, però, era stato bloccato da una disputa sulle competenze.

Infatti, dopo la firma dell'accordo per l'avvio della Cassa straordinaria in Regione, il curatore fallimentare di Ipsa Claudio Dalla Valle aveva avanzato dubbi sulla titolarità della procedura fallimentare: non era chiaro se i 35 lavoratori rimasti in carico all'azienda facessero capo alla procedura fallimentare di Ipsa oppure a quella di Cattaneo Presse International, da cui Ipsa aveva affittato un ramo d'azienda.

La cassa firmata a luglio, alla fine, era stata bloccata in Regione: la sua sospensione era stata decisa in attesa di chiarimenti sulla posizione societaria e sul vero rapporto fra i due fallimenti. «Resta il rammarico - continua il sindacalista - per tutti i mesi persi. Ora l'appello va al Ministero del Lavoro e all'Inps di Bergamo perché rendano il più rapide possibile le pratiche per l'approvazione della Cassa e per il pagamento delle indennità di integrazione salariale, considerando il problema sociale che il caso Ipsa porta con sé».

La Fiom-Cgil si augura anche che, rispetto a questa vicenda e soprattutto alla gestione aziendale degli ultimi mesi pre-fallimento, tutte le istituzioni verifichino fino in fondo le responsabilità di fronte alla legge dei diversi soggetti in campo.

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