Italcementi, nuove idee per i lavoratori
«La ricerca per salvare l’occupazione»

Un confronto tra Rsu, Rsa, sindacati e Regione sulla proposta da avanzare alla nuova proprietà di Italcementi: «La nostra idea parte dall’obiettivo di concretizzare un “partenariato pubblico-privato” di ricerca» spiegano i sindacati.

Si è svolto nella sede della Regione Lombardia l’incontro previsto tra delegati delle Rsu e delle Rsa della sede di Italcementi, assistiti dalle organizzazioni sindacali, e il presidente della Regione Roberto Maroni, alla presenza degli assessori Mauro Parolini (Sviluppo Economico), Luca Del Gobbo (Università, Ricerca e Open Innovatione) e Valentina Aprea (Istruzione, Formazione e Lavoro). Al centro del confronto, la proposta da avanzare alll’HeidelbergCement, Bernd Scheifele, sull’implementazione della ricerca in Lombardia.

«Abbiamo evidenziato che il segmento sui cui fare ricerca rispetto a nuovi materiali a base di malte cementizie è quello della neutralità energetica degli edifici futuri» hanno scritto in una nota Giuseppe Mancin di Feneal-Uil, Armando Busnelli di Filca-Cisl e Ivan Comotti di Fillea-Cgil della Lombardia.

«Si tratta di un tema urgente da affrontare perché per gli edifici pubblici dal 1° gennaio 2019 e per quelli privati dal 1° gennaio 2021 entreranno in vigore le norme che prevedono la quasi autosufficienza in termini di riscaldamento e di condizionamento degli edifici. La Regione Lombardia, sul tema, ha anticipato l’entrata in vigore delle nuove norme europee dal 1° gennaio 2016».

«La nostra proposta parte dall’idea di concretizzare un “partenariato pubblico-privato” di ricerca unendo le intelligenze collettive del territorio della Lombardia per individuare i progetti su cui articolare le ricerche, partendo dalla materia prime presente nelle cave del territorio» continuano i sindacalisti.

«Con l’applicazione delle leggi vigenti in Regione (la legge n. 11 del 19 febbraio 2014 sul lavoro e sulla competitività, la legge regionale n. 26 del 24 settembre 2015 sulla Manifattura diffusa creativa e tecnologica 4.0) i progetti di ricerca troverebbero dei finanziamenti pubblici a cui andrebbero sommati quelli privati di Heidelberg. Questo consentirebbe di continuare ad essere collocati nell’eccellenza della ricerca a livello mondiale nel settore del cemento, di salvaguardare l’occupazione e di dare una risposta concreta ad una sfida della filiera delle costruzioni».

«Abbiamo sostenuto - prosegue la nota - che in quest’ottica debba essere collocato in Regione Lombardia anche il centro mondiale di ricerca sul processo del Gruppo Heidelberg e il satellite tecnico (gruppo di tecnici che seguirebbero gli impianti del sud Mediterraneo). Nei prossimi giorni si svolgeranno riunioni tecniche per individuare i soggetti da coinvolgere e i tempi per definire il perimetro del progetto».

L’obbiettivo è quello di giungere all’incontro del 30 maggio con un progetto da presentare al nuovo Ministro dello Sviluppo Economico, che dovrebbe insediarsi oggi, e al Ceo di Heidelberg la cui presenza è auspicata per dare risposte concrete.

«Siamo convinti che ogni soggetto coinvolto debba fare la propria parte nella complessa vicenda Italcementi, perché il problema non è solo sindacale e dalle pesanti conseguenze occupazionali, ma anche istituzionale per lo sviluppo industriale di questo Paese» concludono i sindacalisti.

Attualmente il piano industriale presentato prevede, a regime, esuberi per 415 dipendenti di Bergamo, più altri 250 circa negli altri siti produttivi: questi lavoratori potrebbero essere licenziati a settembre 2017.

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