«La crisi non è ancora finita
A rischio anche la casa»

«Molti lavoratori, oltre a perdere il posto di lavoro, rischiano di dire addio anche alla casa. E, a questo punto, la situazione per molte famiglie diventerebbe ancora più drammatica». Mirco Rota, segretario provinciale della Fiom (il sindacato dei metalmeccanici della Cgil), lancia questo duplice allarme.

Per il sindacalista, non solo la crisi non sta affatto finendo,ma si aggraverà nei prossimi mesi con pesanti conseguenze sull’occupazione e sulla casa. In questi anni molti lavoratori hanno contratto un mutuo (da 300 a 600 euro al mese, ma anche più consistente) per l’acquisto dell’abitazione; solo che ora, avendo perso il lavoro o trovandosi in Cassa integrazione o in mobilità, non riescono più - o comunque sono in difficoltà - a onorare le rate del mutuo stesso. E faticano pure a vendere le quote acquistate. Dietro l’angolo ci sono l’ingiunzione di pagamento e il pignoramento, e dunque la perdita dalla casa. E molti di loro - spiega Massimo Cortesi, presidente provinciale dell’Arci - sono stranieri e dunque «non hanno neppure quell’"ammortizzatore sociale" naturale che è la famiglia d’origine che, per quanto riguarda gli italiani, interviene a tamponare la situazione».

Fiom e Arci due mesi fa hanno avviato insieme l’iniziativa degli sportelli «Mutuo soccorso» proprio per monitorare la situazione e per assistere i cittadini in difficoltà. Su una novantina di colloqui - spiega il responsabile dello sportello Enea Guarinoni - ci sono 30 casi di lavoratori in Cassa integrazione o disoccupati che non riescono più a pagare le rate del mutuo casa (il 65% di questi sono immigrati).

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