Latte, nuova protesta nel Milanese
L’appello a Martina: una soluzione fattiva

Non c’è pace per gli allevatori. Giovedì 12 novembre la giornata sarà dedicata ad una mobilitazione internazionale dei produttori a livello europeo, per chiedere un prezzo del latte giusto e delle misure di emergenza anti-crisi per il settore lattiero-caseario.

I produttori si riuniranno presso la sede della Logistica Coop Italia di via Aldo Moro 1, a Pieve Emanuele, nel Milanese, alle ore 8 per protestare contro la grave crisi del comparto, dove si è verificato un calo vertiginoso del prezzo del latte alla stalla, a fronte di un prezzo.

«In questi giorni stiamo aumentando la capacità di ritiro del latte per far fronte a questa emergenza in modo concreto» ha intanto dichiarato Giorgio Mercuri, presidente dell’Alleanza delle Cooperative agroalimentari in merito alla situazione che sta attraversando il settore lattiero-caseario, resa più critica dal fatto che le multinazionali hanno bloccato il ritiro del latte dalle stalle conferenti.

Il presidente ricorda l’importanza del mondo cooperativo, con i soci che hanno un luogo sicuro dove conferire il prodotto al fine di valorizzarlo nel mercato, soprattutto in settori caratterizzati da un’alta deperibilità; nello stesso tempo auspica un «accordo di filiera in vista del prossimo tavolo di lavoro previsto per giovedì. Il 70% della produzione nazionale, pari a oltre 7 milioni di tonnellate, viene conferito in cooperativa, fa sapere Mercuri, nel sottolineare che «per superare i conflitti che indeboliscono il comparto latte in favore di filiere più integrate di altri Paesi europei, occorre senso di responsabilità, aggregazione e ragionare in termini di competitività della filiera, non solo delle sue singole parti».

Nel frattempo è andato bene l’incontro del Ministro Martina con Assolatte, con l’annuncio dei prossimi confronti con la Grande distribuzione organizzata, «ma occorre convocare un vero tavolo con il comparto che sia risolutivo» afferma il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino, in merito alle evoluzioni della vicenda della crisi del latte e della zootecnia che in questi giorni sta avendo il suo culmine.

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