Metalmeccanica, emorragia continua
«Jobs act, più licenziati che assunti»

Sono 1749 i lavoratori metalmeccanici messi in mobilità nei primi tre mesi del 2016 in Lombardia, 220 solo nel mese di marzo. I licenziamenti nel primo trimestre del 2015 ammontavano a 2191, mentre a marzo a perdere il lavoro furono 502 tute blu.

All’interno di questa torta, fa la parte del leone il distretto industriale di Brescia con 79 (il 35% del totale, un anno fa ci furono 19 licenziamenti). Da sottolineare anche il raddoppio dei licenziamenti nel Varesotto (44), i 32 licenziati a Milano (14,5%, 321 nello stesso periodo del 2015) e i 24 di Bergamo (ma lo scorso anno erano stati 31). Questi i risultati degli altri territori: Como 3, Cremona 1, Lecco 3, Lodi 0, Mantova 9, Monza Brianza 25, Pavia 0, Sondrio 0.

«È ormai evidente che sono più i licenziati che gli assunti con il Jobs act approvato solo un anno fa», dichiara Mirco Rota, segretario generale della Fiom Cgil Lombardia. «Sebbene il dato parli di una marcata diminuzione a livello di esuberi la situazione risente di un ridimensionamento notevole della base produttiva di anno in anno e di un’assenza di indicatori economici che possano far parlare di rilancio per l’economia lombarda».

«Continuiamo a perdere occupazione in settori importanti - conclude Rota - e più rapidamente, data la riduzione degli ammortizzatori sociali. Se questi numeri dovessero continuare anche nei prossimi mesi si arriverebbe ancora una volta a più di 5.000 licenziamenti in Lombardia».

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