Siamo la 2ª provincia industriale d’Europa
Davanti a Bergamo c’è soltanto Brescia

L’industria manifatturiera bergamasca, con 9,7 miliardi di euro di valore aggiunto (e 156 mila occupati), è la seconda provincia industriale d’Europa.

La Bergamasca è preceduta di un soffio da un’altra italiana provincia italiana, Brescia.Il fatturato estero di questo comparto nel 2014 ha raggiunto quasi 15 miliardi, in crescita di 6 punti negli ultimi dodici anni (più che quadruplicato nell’ultimo ventennio).

«È facile manifestare orgoglio davanti a questi numeri, che servono per conoscerci meglio e permettere di individuare i punti di eccellenza e i driver su cui lavorare», ha commentato Ercole Galizzi, presidente Confindustria Bergamo.

I dati sono stati resi noti durante la presentazione alla stampa dello studio «Bergamo european manufacturing industry» realizzato da Fondazione Edison assieme a Fondazione Symbola e l’associazione degli industriali.

Galizzi traccia un bilancio positivo di una realtà che «ha saputo conquistare quote di mercato in questi anni di crisi. Questo significa che le aziende bergamasche sono sulla strada giusta» e sono in grado di consolidare la propria posizione a livello globale.

Dietro a questa performance, ha spiegato, «ci sono soprattutto tre driver: innovazione a 360 gradi, internazionalizzazione e innalzamento della formazione e delle competenze». A questa strada, ha sottolineato, «non ci sono alternative per competere nel mondo»

Bergamo, ha sottolineato Fabio Renzi, vice-presidente di Fondazione Symbola, è all’avanguardia anche negli investimenti nella green economy: oggi vanta 7.190 imprese che nel 2008-13 hanno investito in prodotti e tecnologie per la sostenibilità ambientale.

L’industria manifatturiera bergamasca ha, secondo la ricerca, una propensione all’export (rispetto al Pil) vicina al 50%, superiore ai valori registrati in Germania (40%) e molto distante dalla media italiana (23,8%). Grazie al suo apporto l’Italia resta uno dei soli cinque Paesi al mondo con un surplus manifatturiero sopra i 100 miliardi di dollari.

Nella realtà economica bergamasca, merito di una combinazione di fattori favorevoli (logistica, servizi e sperimentata cultura della filiera produttiva), registra un diffuso fenomeno d’internazionalizzazione: ci sono investimenti diretti esteri per 733 unità produttive in 70 Paesi e, contestualmente, ci sono 207 imprese straniere che danno lavoro nella provincia a 14 mila persone (pari all’8,7% dell’occupazione manifatturiera).

La provincia è ai primi posti tra le Regioni italiane per quanto riguarda l’export di cinque settori: chimica, gomma/plastica, apparecchi elettrici, macchine e impianti e metalli.

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