Soldi all’estero e Voluntary Disclosure
Poche decine in provincia di Bergamo

A tre mesi dalla scadenza della Voluntary Disclosure non sono più di 2 mila le domande depositate a livello nazionale, due terzi in Lombardia e, di queste ultime, poche decine in provincia di Bergamo.

La Voluntary Disclosure è la procedura che consente agli italiani che detengono attività finanziarie o patrimoniali all’estero non dichiarate al Fisco, di sanare la loro posizione, anche penale, pagando le relative imposte e le sanzioni in misura ridotta.

«Purtroppo siamo ancora in attesa di chiarimenti sulla legge e sui regolamenti - dice Alberto Carrara, presidente dell’Ordine dei dottori dommercialisti e degli esperti contabili di Bergamo -. Per queste pratiche servono la massima accuratezza e un approccio multidisciplinare».

Il contribuente infatti presenta una autodichiarazione, che costituisce di fatto una autodenuncia. Se a questo si aggiunge il fatto che la procedura semplice non è, e neppure perfettamente chiara, si capisce il perché in pochi abbiano aderito.

«Spesso - proseguono Carrara e l’esperto Luca Martinetti Osculati, intervenuto venerdì alla mattinata di studio organizzata dall’Ordine - il caso viene affrontato dai commercialisti in affiancamento con avvocati penalisti perché tutto va affrontato con competenze trasversali di alto livello».

La procedura non è decollata, dicono gli esperti, e i tempi si stanno facendo stretti, perché ogni caso è particolare, e tutto va studiato con attenzione. «I dubbi - dice Carrara - devono essere sciolti in tempi rapidissimi, altrimenti servirà una proroga del termine fissato al 30 settembre, magari che non arrivi all’ultimo minuto» .

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