Suinicoltura: settore in difficoltà
Coldiretti lancia la mobilitazione

La suinicoltura sta vivendo momenti molto difficili. La Coldiretti di Bergamo lancia l’allarme sulla grave crisi che ha investito uno dei settori più importanti della zootecnia provinciale e sollecita l’attenzione del mercato e delle istituzioni. Secondo i dati di Coldiretti il valore del suino, dall’allevatore al consumo, aumenta di quasi sei volte e ogni anno vengono importati circa un milione di tonnellate di suini vivi e carni suine dall’estero, con gravi danni per il mercato interno e mancanza di garanzie per il consumatore.

Attualmente è infatti possibile vendere prodotti di salumeria come italiani, anche se realizzati con un prodotto iniziale proveniente dall’estero. I maiali cresciuti in Italia vengono pagati agli allevatori circa il 10 per cento in meno rispetto allo scorso anno per un valore inferiore ai 1,2 euro al chilo. Nonostante ciò al consumo i prezzi non sono calati e i cittadini sono costretti a pagare da 6 euro al chilo per la carne e fino a 37 euro al chilo per i prosciutti (molto spesso sono importati dall’estero e spacciati come Made in Italy.

Ecco perché per Coldiretti nella forbice tra prezzi alla produzione e al consumo c’è sufficiente margine per garantire un’adeguata remunerazione agli allevatori e per non aggravare i bilanci delle famiglie. Coldiretti ha chiesto un incontro urgente con l’assessore all’Agricoltura Viviana Beccalossi, e lunedì 12 novembre si terrà a Milano un altro incontro di livello interregionale - che segue a quello di oggi in cui sono state definite le prime iniziative - per coordinare la mobilitazione su tutto il territorio nazionale.

(31/10/2007)

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