Taglio dei compensi per il latte alla stalla
Coldiretti: danneggiati i consumatori

Gli allevatori italiani hanno ricevuto notifiche di fattura per il mese di luglio in cui è stato comunicato unilateralmente il taglio dei compensi per il latte alla stalla. Il prezzo alla stalla si è ridotto a 34,5 centesimi al litro, con la minaccia di interrompere il ritiro del latte in caso di mancata accettazione.

È quanto denuncia il vicepresidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che si tratta di un comportamento inqualificabile considerando che è aperto il tavolo di confronto voluto dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina per un intesa nella filiera del latte, con l’impegno a non prendere iniziative in grado di far naufragare il lavoro fin qui svolto.

«Il Made in Italy alimentare nel settore lattiero caseario – sottolinea la Coldiretti - è dominato da una multinazionale straniera che impone unilateralmente agli allevatori le proprie condizioni, beffa le Istituzioni nazionali a tutela della concorrenza e minaccia la qualità della produzione Made in Italy. In questa ottica si pone il sollecito formulato all’Unione Europea per rimuovere il divieto dell’uso del latte in polvere nei formaggi, danneggiando i consumatori italiani atteso che il latte nel nostro Paese ha i prezzi al consumo più alti in Europa. Ciò a fronte di una riduzione del prezzo riconosciuto agli allevatori. Si arriva al paradosso che gli italiani pagano un prezzo molto elevato per i formaggi e il latte fresco mentre agli allevatori si riduce la remunerazione senza tener conto della qualità del latte italiano. La vera e unica indicizzazione di cui il comparto zootecnico del nostro Paese ha bisogno – afferma la Coldiretti – è quella di legare il prezzo del latte alla stalla italiana a quello del latte e dei formaggi che i consumatori acquistano nei negozi o nei supermercati».

«Occorre intervenire – sostiene la Coldiretti - per ripristinare le regole di trasparenza sul mercato di fronte ad un vero e proprio attentato alla sovranità nazionale che non sarebbe certo tollerato in altri Paesi dell’Unione Europea come la Francia».

Siamo di fronte – continua la Coldiretti - alla violazione del più elementare dei diritti: poiché il latte deve essere raccolto ogni giorno per non farlo deperire, si sfrutta tale circostanza per abbassare unilateralmente il prezzo, senza nessuna possibilità di giungere ad una libera contrattazione.

La Coldiretti intende attivare le opportune azioni legali a tutela degli interessi degli allevatori per assicurare l’attuazione della legge 91 del luglio 2015. Tale legge in esecuzione dei principi comunitari, impone che il prezzo del latte da riconoscere agli allevatori debba commisurarsi ai costi medi di produzione.

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