Ubi Banca e l’inchiesta sulle deleghe
«Siamo rigorosi e trasparenti»

«Se qualcuno dice di aver subito pressioni io questo non lo posso commentare, non so se tra le 18 mila persone che lavorano in questa banca qualcuno abbia fatto una cosa del genere come iniziativa personale, ma sicuramente non c’era un sistema pensato per far questo, nella maniera più assoluta». Cosi il consigliere delegato di Ubi Banca, Victor Massiah, commenta le indagini della procura di Bergamo sull’esito dell’assemblea del 2013.

Nel frattempo Ubi Banca ha preso una posizione ufficiale sulla vicenda: «Mercoledì 11 febbraio, ancora una volta in coincidenza con la data di un Consiglio di Gestione convocato per l’approvazione di importanti e solidi risultati di bilancio, la Magistratura, attraverso la Guardia di Finanza, ha ritenuto di dovere acquisire ulteriore documentazione per dare una risposta alle contestazioni di ostacolo alla vigilanza e di manipolazione dell’Assemblea elettiva del 2013» si legge in un comunicato stampa».

«Si ipotizza ora che la maggioranza sarebbe stata raggiunta in maniera non corretta attraverso la manipolazione di deleghe di voto. L’esposizione mediatica è ancora una volta, purtroppo, avvenuta in contemporanea con l’avvio delle perquisizioni. Dopo aver mantenuto un silenzio rispettoso degli Organi giudiziari per oltre un anno, la lettura delle ricostruzioni effettuata da parte di alcuni soggetti ci obbliga a ricordare quanto segue:

1) Le accuse sulla correttezza del processo elettivo dell’assemblea 2013 nascono da chi quell’assemblea l’ha persa.

Il risultato fu il seguente:

- Soci presenti in assemblea 14.568, di cui 6.759 in proprio e 7.809 per delega;

- Esito della votazione per l’elezione del Consiglio di Sorveglianza:

Lista 1 capolista Moltrasio voti a favore 7.3181

Lista 2 capolista Jannone voti a favore 1.548

Lista 3 capolista Resti voti a favore 4.693

Lo spoglio dei voti fu effettuato da quattro notai e dai loro assistenti in un locale a cui era vietato accedere a chiunque altro.

2) I singoli voti erano secretati e le schede di votazione affidate alla società esterna specializzata incaricata della custodia fiduciaria ai fini di eventuali verifiche. La Banca non ha in alcun modo la possibilità di accedere alle schede di votazione.

3) Dal decreto notificato dalla Procura della Repubblica di Bergamo si evince che sarebbe stato verificato un campione di un centinaio di situazioni di soci sostenitori della Lista Moltrasio (non è noto se analoga analisi sia stata effettuata sui soci sostenitori/votanti delle altre liste).

4) Solo quando si potrà avere evidenza della fattualità e della dimensione riscontrata sulle eventuali anomalie o errori sarà possibile commentare.

5) Si precisa che il processo formale predisposto dalla Banca, con apposita circolare distribuita a tutta la rete di filiali, a termini di legge infatti pone assoluto divieto di accettare deleghe sprovviste dell’indicazione del nominativo del socio delegato; infatti si segnala che alcune deleghe in bianco presentate ai desk di accettazione in sede di ammissione all’assemblea del 20 aprile 2013 sono state ritirate ed annullate dal personale preposto, con relativo verbale delle competenti funzioni di controllo.

Un fatto però è certo: chi indaga, avendo potuto accedere al database dei voti, ha riscontrato in 2.849 i voti espressi a favore della Lista Moltrasio da soci fisicamente presenti all’Assemblea. Dal momento che la differenza tra i voti riportati dalla prima e quelli riportati dalla seconda lista (7.318 voti contro 4.693) è di 2.625 voti e che i voti in delega per la prima lista sarebbero stati 4.469 (7.318 -2.849), se ne deduce che il risultato finale risulterebbe eventualmente falsato solo in una situazione in cui circa il 60% dei voti in delega fosse stato ottenuto in maniera meno che corretta.

6) Ubi Banca è una delle maggiori banche italiane, con una riconosciuta solidità patrimoniale e di bilancio, che è risultata la migliore in Italia in sede di Aqr e che gode sui mercati nazionali ed internazionali di forte reputazione grazie al rigore e alla trasparenza del proprio operato, testimoniata anche dall’elevato numero di riconoscimenti ricevuti, tra cui non ultimo la qualifica di «Miglior Banca Italiana 2014» ricevuta a Londra da parte di The Banker (Gruppo Financial Times)».

«Le persone che ogni giorno lavorano per questa banca lo fanno da moltissimi anni e meritano assoluto rispetto: i riconoscimenti ottenuti sono frutto del loro lavoro e della continua e costruttiva interazione con tutte le Autorità di Vigilanza. Auspichiamo quindi che i tempi di conclusione dell’inchiesta siano i più rapidi possibili continuando, come sempre, a collaborare con la miglior sollecitudine con tutte le Autorità».

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