«Ubi, non temiamo il recesso
ma da azionista ci penserei 10 volte»

Il presidente del Consiglio di sorveglianza Andrea Moltrasio:«La nostra ambizione è rimanere una società con 150mila, 200mila azionisti»

«Non temiamo il recesso», anche perchè «è limitato: abbiamo fatto le nostre valutazioni in modo da concedere a chi lo volesse di recedere, mettendo allo stesso tempo al sicuro il patrimonio». Lo ha dichiarato il presidente del consiglio di sorveglianza di Ubi Banca, Andrea Moltrasio, arrivando a Bergamo alla prima tappa del roadshow condotto dai vertici dell’istituto per presentare ai soci la trasformazione in società per azioni, che sarà portata in assemblea il 10 ottobre.

«Chi vorrà recedere lo farà in base alle sue valutazioni - ha aggiunto - Io, da azionista, ci penserei dieci volte». Ubi Banca, in base ai calcoli preliminari, ha limitato il diritto di recesso fissando un esborso massimo di 350 milioni. Moltrasio ha comunque auspicato che, zanche in questa nuova conformazione societaria ci sia una grande partecipazione di soci piccoli e grandi. Oggi abbiamo 150mila azionisti, di cui circa 80mila sono soci. La nostra ambizione - ha proseguito - e’ di rimanere una società con 150mila, 200mila azionisti». Moltrasio ha concluso auspicando «che anche dopo la trasformazione in Spa ci siano tanti azionisti di questa banca, che ha natura di public company e sarebbe bello rimanesse così».

«Votate in coscienza, ma credo che chi ama la banca abbia un solo modo di votare». È l’appello con cui il presidente del consiglio di gestione di Ubi Banca, Franco Polotti, ha concluso il suo intervento. Sia Polotti che il presidente del consiglio di sorveglianza, Andrea Moltrasio, hanno invitato piu’ volte i soci a «partecipare numerosi»all’assemblea straordinaria che il 10 ottobre, a Brescia, sarà chiamata ad approvare il cambio di denominazione sociale dell’istituto. «È vero che e’ stato un percorso si può dire rapido - ha sottolineato Polotti - ma vi assicuro anche intenso. E fa parte degli oneri, oltre che degli onori, dell’essere la prima banca popolare d’Italia».

«Siamo apripista anche sulla questione del recesso», ha notato Polotti, spiegando la soluzione adottata dalla banca, che consentirà l’esercizio del recesso fino all’esborso massimo di circa 350 milioni. Con la Spa, ha concluso, «è vero che cambia la forma giuridica, ma non cambiano gli uomini, non cambiano le idee, non cambia il nostro modo di intendere e di fare banca».

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