Urgnano, accordo raggiunto alla Mcs salvi occupazione e accordi integrativi

Improvvisa schiarita nella vertenza alla Mcs di Urgnano, specializzata nella produzione di macchine per tintura e finissaggio industriale, che da mesi vedeva contrapposti i sindacati, in rappresentanza di 140 lavoratori, e la proprietà che, nel febbraio scorso, aveva annunciato l’intenzione di avviare la procedura di mobilità per 35 dipendenti ed attuato la disdetta di tutti gli accordi integrativi aziendali dal 1974 in poi.
Al termine di estenuanti trattative le parti hanno sottoscritto un’intesa che prevede la rinuncia, da parte dell’azienda, di ricorrere alla mobilità e, in alternativa, l’utilizzo, da settembre, della cassa integrazione straordinaria per un anno per 40 operai complessivamente. Il meccanismo scatterà con rotazione quindicinale e ne coinvolgerà, di volta in volta, una ventina. Fino alla fine di luglio, per lo stesso numero di lavoratori, resterà invece attiva la cassa ordinaria.
L’accordo ripristina, poi, gli accordi integrativi disdettati. I lavoratori torneranno ad avere diritto ai premi e recupereranno progressivamente quelli degli ultimi mesi.
«La conclusione della vicenda alla Mcs - commenta Martino Signori, segretario generale della Fiom Cgil di Bergamo - è di particolare importanza se vista all’interno della discussione tra sindacato, politica, Confindustria, sulle questioni della competitività e del problema occupazionale. La Mcs è stata l’esempio di come un’azienda ha pensato di risolvere tali questioni riducendo la busta paga dei lavoratori o ricorrendo alla mobilità. Noi, invece, sosteniamo che per competere bisogna innovare il prodotto in termini qualitativi. In questa occasione siamo riusciti a salvaguardare occupazione e salario».

(31/05/2006)

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