Vidalengo, a nuovo il forno
«E via al Polo Academy»

L’amministratore delegato Terrasini: «Lo stabilimento bergamasco tra i principali centri europei per la lana da insufflaggio».

Gaetano Terrasini è dal 1° luglio scorso amministratore delegato di Saint-Gobain Italia (gruppo nel quale lavora da un quarto di secolo), che ha nella nostra provincia lo stabilimento di Vidalengo specializzato in isolanti termo-acustici a marchio Isover (uno dei “brand” del colosso francese Saint-Gobain fondato nel lontano 1665). Ma è in Italia da quasi 4 anni, chiamato in occasione della nuova organizzazione della filiale italiana. «Il gruppo è passato da un’organizzazione verticale a una regionale per quanto riguarda il mondo della costruzione. In Italia Saint-Gobain aveva tante società indipendenti che gestivano tecnologie di materiali per costruzione, ora invece è stata creata un’organizzazione unica per la gestione di tutto il mercato della costruzione».

Questo cosa ha comportato per Saint-Gobain Italia e per i suoi stabilimenti?
«Siamo uno dei più importanti player dei materiali da costruzione in Italia, ma non siamo percepiti come tali. I nostri marchi, come Isover, Gyproc e Weber, sono conosciuti dagli specialisti di questo settore, apprezzati per qualità e funzionalità. Ma noi non siamo conosciuti con la forza che rappresentiamo come organizzazione. Il nostro obiettivo è dunque di valorizzare sempre di più in Italia il marchio Saint-Gobain, che vuole presentarsi al mercato della costruzione come la società che ha il più ampio portafoglio di prodotti. E’ raro che in un edificio non si trovi un materiale Saint-Gobain, tutti con specifiche tecnologie innovative, dalle soluzioni costruttive per l’isolamento termo-acustico alla sicurezza sismica, dalla qualità dell’aria al design, tutte cioè le tecnologie della casa del futuro. Se si deve realizzare una terrazza, una facciata, un pavimento, un controsoffitto, una impermeabilizzazione, un cappotto, si possono utilizzare le nostre soluzioni. E adesso che ci presentiamo come squadra unica , quando andiamo a discutere con tutti i player della costruzione - progettisti, installatori, committenti - vogliamo essere conosciuti come Saint-Gobain».

Dopo un 2020 difficile, cosa prevede Saint-Gobain Italia per il 2021?
«Difficile fare previsioni, ci vorrebbe una sfera di cristallo. L’edilizia ha sofferto tanto negli ultimi anni, ma noi siamo convinti che le costruzioni questa volta, diversamente dalla crisi 2008-2012, soffriranno un po’ meno degli altri settori. L’incertezza quindi riguarda più l’economia del Paese che il comparto in questione. In questo contesto, nel 2021 ci siamo dati l’obiettivo di cercare di raggiungere i livelli del 2019 e magari di superarli. Più che una previsione è un target. L’economia italiana ci metterà 2-3 anni a riprendere i livelli pre-Covid, noi come Saint-Gobain ci siamo dati l’obiettivo di farlo un po’ più in fretta».

L’Ecobonus può favorire il comparto edile e dunque anche e l’azienda?
«Il sistema degli incentivi introdotti negli ultimi anni è senz’altro intelligente per il sistema Paese come per noi, e potrà aiutare il mondo della costruzione. L’idea aggiuntiva innovativa e in grado di portare grande valore è quella della cessione del credito. Il sistema creditizio italiano è purtroppo uno dei grossi limiti della nostra economia. Ci sono ancora piccole contraddizioni e alcuni buchi e quindi occorre una semplificazione del processo della cessione del credito. Ma quello che è fondamentale è la continuità, indipendentemente da forma e quantità. Il sistema degli incentivi ha senso solo se è strutturato e a lungo termine perché dal momento della progettazione a quello della costruzione il tempo può essere molto lungo. Altrimenti non serve a nulla e può anche fare dei danni».

Anche quest’anno Saint-Gobain ha ricevuto la certificazione Top Employers che ogni anno premia le aziende con i più alti standard qualitativi nelle politiche di gestione delle risorse umane.
«Il nostro impegno va al di là del valore del riconoscimento: siamo un gruppo storico con oltre 350 anni di vita, che ha sempre valorizzato i suoi collaboratori: è qualcosa di insito nel Dna del nostro gruppo. Quindi l’attenzione rivolta ai lavoratori è veramente un valore fondamentale. Investiamo costantemente in formazione e facciamo in modo che i nostri collaboratori esprimano al meglio il loro potenziale. Puntiamo molto anche sui giovani, valorizzando le nuove competenze e lavorando a stretto contatto con le università italiane. Nell’ultimo anno abbiamo accolto 15 stagisti e l’80% di loro sono stati confermati. Certamente la certificazione Top Employers è la testimonianza di un buon livello ma possiamo e dobbiamo fare ancora tanto».

E veniamo allo stabilimento di Vidalengo che quest’anno, tra l’altro, festeggia i suoi 60 anni di attività.
«Vidalengo è stata una mia personale scommessa da quando sono arrivato in Italia. Perdeva parecchi soldi, era una delle divisioni in crisi della Saint-Gobain nel nostro Paese, oggi non lo è più e questo risultato è di grande soddisfazione per me, anche se non siamo ancora ai livelli di profittabilità che auspichiamo. Tuttavia siamo usciti da quella zona rossa che era molto sofferente per tutti».

Cosa è stato fatto?
«Abbiamo ridotto la dipendenza dai mercati esteri, abbiamo lanciato in Italia prodotti innovativi grazie alle nuove tecnologie e alla sinergia con i sistemi a secco in cartongesso. Anche all’interno è stata messa in atto una trasformazione nell’organizzazione, con investimenti significativi in una linea che è diventata una delle migliori d’Europa, che produce la lana da insufflaggio per tutti i Paesi mediterranei limitrofi all’Italia. Vidalengo è diventato così uno dei più grossi fornitori della Francia, e ora stiamo esportando anche in Austria e nell’Est Europa. In questa tecnica Vidalengo è ora uno dei centri di riferimento. Ma non è l’unica novità per lo stabilimento bergamasco che conta una ottantina di addetti».

Quali altre?
«Vogliamo crearvi un Centro Academy. Stiamo costruendo una sala posa per corsi applicativi per tutti gli attori della costruzione, con sala riunioni e conferenze. Stiamo poi investendo in nuovi uffici e in nuovi lavoratori. Ma la cosa più importante, dopo l’investimento sulla linea l’anno precedente, è che nel 2020 abbiamo ricostruito il forno, che ha una vita media di 10-12 anni e si ripaga su più di 10 anni. Questo è promettente, abbiamo ridato vita a Vidalengo».

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