Visco sul risiko delle banche popolari:
«Vigileremo solidità nella post-fusione»

In vista dell’atteso risiko delle banche popolari, da Bankitalia e Bce arriva un monito sui profili di rischio degli istituti post-fusione. A lanciare l’avvertimento è stato il governatore Ignazio Visco.

Parlando alla giornata del risparmio, Visco ha sottolineato: «Vaglieremo attentamente sotto il profilo della solidità patrimoniale presente e prospettica» dei gruppi che nasceranno. In altre parole, la vigilanza non solo guarderà la situazione attuale delle singole banche ma esaminerà con attenzione i coefficienti patrimoniali che emergeranno dal consolidamento e, se lo riterrà, potrà imporre livelli di capitale maggiori.

Le prossime fusioni, quindi, non dovranno tener conto soltanto del parametro di concentrazione (sportelli) e degli equilibri di governance (proliferazione del duale per garantire più poltrone), ma soprattutto della qualità degli attivi e della solidità patrimoniale.

Il numero uno di via Nazionale, sgombrando poi il campo da eventuali polemiche («non sono le Autorità che suggeriscono o impongono eventuali aggregazioni»), ha ricordato i casi di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza, mentre quest’ultima che appare sempre più vicina all’addio di Gianni Zonin. «Per alcune banche popolari non quotate - ha detto il governatore - la trasformazione in Spa verrà inserita nell’ambito di un processo di modifica degli assetti di governance di più ampio respiro, che prevede anche la quotazione in Borsa», che «fornirà garanzie sulla liquidabilità dell’investimento per i soci che vorranno dismettere le azioni in loro possesso».

Intanto, chi si attende qualcosa di concreto sul fronte delle fusioni, è l’amministratore delegato di Mediobanca. Alberto Nagel prevede infatti un’accelerazione «nei prossimi due trimestri» mentre «la prima mossa di Ubi - diventata Spa per prima - ha avuto chiaramente l’effetto del suono di una campanella per tutti nel settore».

Tuttavia, per arrivare a qualcosa di concreto non è facile. Secondo l’Ad della Bper, Alessandro Vandelli, infatti, «per fare una fusone ci vogliono tanti tasselli di un puzzle» e non a caso «sull’ipotesi Bpm siamo» ancora «in una fase di riflessione». Riguardo all’interesse espresso per le due banche valtellinesi di recente «ho solo voluto allargare il discorso. Detto questo mi piacciono sia il Creval che la Popolare di Sondrio».

Intanto, Andrea Moltrasio di Ubi Banca ha assicurato che gli «equilibri» di governance fra le componenti bergamasche e bresciane del gruppo non saranno di «intralcio» a eventuali aggregazioni.

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