Elezioni, Renzi tentato
dalle sirene di Berlusconi

È la paura di fare un gigantesco buco nell’acqua a dominare in questi giorni i mille incontri riservati dedicati alla legge elettorale. Martedì in Commissione Affari costituzionali della Camera il Partito democratico, dopo aver affondato il testo base presentato dal civico Mazziotti, farà la sua proposta: prende il bizzarro nome di «Rosatellum» (dal capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato) ed è un misto di maggioritario e proporzionale con i parlamentari che vengono eletti per metà con un sistema e per metà con l’altro.

Non piace a nessuno, forse solo la Lega potrebbe votarlo insieme al Pd. Ben sapendo questo, non si capisce perché Renzi lo abbia presentato: probabilmente si tratta di una mossa per dire a Mattarella: vedi? Non si cava un ragno dal buco, non è colpa nostra se non si conclude niente.

E tuttavia adesso una novità c’è: Berlusconi ha detto che è pronto ad un compromesso col Pd sul sistema tedesco (proporzionale con sbarramento) e sulla data delle elezioni, da tenersi dopo l’estate come Renzi vorrebbe. La mossa ha ingolosito i renziani che sono pronti a «vedere le carte»: nessuno si fida di nessuno, tutti accusano gli altri di aver fatto saltare qualche accordo nel passato, però la cosa va avanti. Secondo i malpensanti più esperti (D’Alema, su tutti) il possibile compromesso tra Renzi e Berlusconi sarebbe pronto da tempo, prefigurerebbe una sorta di Patto del Nazareno bis e aprirebbe la strada alla grande coalizione nella prossima legislatura che sbarrerebbe la strada ai grillini e tranquillizzerebbe tutti, da Bruxelles ai mercati.

Per capire che la cosa non è campata per aria basta guardare la faccia di Angelino Alfano e chiacchierare in Transatlantico con qualche centrista: sono furibondi e temono che il Nazareno-bis li tagli fuori e li renda ininfluenti. Allo stesso tempo anche i grillini temono di cadere in una trappola che li escluderebbe sia oggi che domani: ripetono che sono pronti al dialogo ma aggiungono che si dovrebbe partire dal «Legalicum», che però è già stato affondato e non è più proponibile. Quanto alla Lega, appoggerebbe volentieri il «Rosatellum» perché obbligherebbe Berlusconi ad un accordo molto favorevole ai candidati del Carroccio nelle regioni del Nord, ma è l’unica ad avere questa posizione.

In ogni caso, oggi in Commissione si comincia con il «Rosatellum». Entro venerdì bisognerà presentare gli emendamenti, e già da questo si capirà quanta tattica ci sia in tutto quello di cui si discute in queste ore. Poi si vedrà. Renzi ha convocato per il 30 maggio la direzione del suo partito: l’impressione è che voglia accelerare i tempi e cogliere al balzo la palla lanciata da Berlusconi per andare al voto prima della manovra economica che si dovrà fare in autunno e che, stando a ciò che si dice a Bruxelles, non sarà molto gradita ai contribuenti-elettori italiani. Se vuole tornare a palazzo Chigi, Renzi ha bisogno di votare prima che tutto questo accada e garantirsi una maggioranza decente sia alla Camera che al Senato.

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