Il museo fa il botto
In Città Alta già Expo

Metti una sera a cena assaporando mousse di gelato impreziosita da grilli verdi, grilli neri e larvette caramellate. Bizzarro, forse, ma molto, molto più popolare di quello che pensate. L’aver avvicinato il grande pubblico alla cultura è uno dei meriti del museo di Scienze naturali Enrico Caffi, dove nelle sere d’estate le «cene entomologiche» son diventate un’abitudine di grandi e piccini. Chi l’ha detto che un museo è pieno solo di cose vecchie tendenzialmente noiose?

Il Caffi è un piccolo gioiello, è la dimostrazione più bella che la cultura popolare non è un ossimoro, bensì un punto d’arrivo. Quest’anno ha fatto registrare l’ennesimo record: dal 1 gennaio al 31 dicembre hanno varcato la soglia di piazza della Cittadella 125.580 persone, quasi 15 mila più dell’anno scorso, a dimostrazione di una tendenza consolidata nel tempo: è dal 2008 che viene abbondantemente superata la soglia dei centomila ingressi. Insomma, cifre da Expo.

Il museo di Città Alta custodisce più di un milione di reperti, il fiore all’occhiello sono i fossili triassici: le rocce delle valli bergamasche, un tempo fondali marini di tipo tropicale, hanno preservato per 220 milioni di anni pesci, crostacei, rettili marini e terrestri, rettili volanti.

Insomma, il massimo della vitalità in cui potete imbattervi è un animale imbalsamato. Eppure, eppure, il Caffi è il luogo culturale più visitato della nostra provincia. Ed è così attraente ed accogliente da soddisfare un pubblico eterogeneo ed intergenerazionale. Non inganni la percentuale degli studenti, solo il 7 per cento del totale: di solito, ad ogni visitatore si affianca un bambino, perché è davvero un museo a misura di famiglia.

È un dato su cui vale la pena riflettere, quando manca una manciata di settimane alla riapertura dell’Accademia Carrara: appuntamento che – insieme al debutto dell’Expo – viene ripetuto come un mantra e dal quale sembrano ormai dipendere le sorti magnifiche e progressive della cultura cittadina.

Quando hanno chiesto al sindaco una previsione sull’affluenza di pubblico alla Carrara, Giorgio Gori ha parlato di un orizzonte di 70 mila visitatori l’anno per la pinacoteca e di 60 mila in media per le mostre temporanee. I numeri non sono tutto, però nella misteriosa contabilità della cultura talvolta svelano verità di algebrica bellezza.

Beninteso, sappiamo bene che al Caffi gli ingressi sono gratuiti, ma siamo proprio sicuri che le ragioni di un tale boom siano tutte lì, nel portafogli che resta intatto all’ingresso? Vuoi vedere che Raffaello, Mantegna e Moroni potrebbero avere qualcosa da imparare da Mammut e Pterosauri, quanto a capacità di essere seducenti?

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