Il successo di Vasco
non elimina la paura

L’eco del grande concerto di Vasco Rossi a Modena è andata ben oltre la serata di sabato e ben oltre la stampa specializzata. Tutti gli organi di informazione ne hanno parlato: non si è trattato soltanto di un grandioso spettacolo, ma anche di un evento sociale con una indefinita serie di ricadute. Tutti hanno notato che il concerto non è stato disturbato da incidenti. Dopo quello che è successo a Torino e, prima ancora, a Manchester, i timori erano d’obbligo.

Ma la soddisfazione per quello che non c’è stato a Modena va di pari passo con la paura con quello che ci potrebbe essere negli appuntamenti estivi a venire. Diciamolo con una battuta: divertirsi insieme è diventato pericoloso. La quasi totalità degli attentati, infatti, avviene dove si trova molta gente e, quindi, soprattutto nelle città. Gli attentatori, in effetti, non entrano in azione in sperduti villaggi di provincia e non si accaniscono, di norma, su una singola persona. La folla è a rischio e non solo per il terrorismo. Gli incidenti di Torino sono stati, per un certo verso, inquietanti. In quel caso il pericolo è nato dalla folla stessa. Non si sa ancora bene da dove sia nato l’allarme. Quello che è sicuro è stata l’impressionante ondata di panico collettivo. L’unica vittima è morta schiacciata dalla folla e non colpita da terroristi. E i molti feriti si sono fatti male con i cocci di bottiglia lasciati per terra dagli stessi protagonisti dell’evento. Si potrebbe dire che esiste una specie di minaccia endogena dei grandi assembramenti di folla. Lì tutto può nascere da niente.

Da qui discendono alcune pesanti conseguenze. Divertirsi è bello e divertirsi insieme è ancora più bello. Tutti hanno espresso la loro meraviglia per il concerto di Vasco Rossi: per il protagonista e la sua musica, ma anche per la massa impressionante degli oltre duecentomila spettatori. La musica ha esaltato la massa e viceversa. Ma, appunto, la grande massa ha portato con sé il grande pericolo. È stato necessario mobilitare cinquemila persone che rendessero sicuro il concerto. Divertirsi, dunque, è bello ma pericoloso. Detto in altre parole: la paura è diventata «politica», nel senso etimologico del termine: abita le nostre «polis», le comunità cittadine e i loro eventi. Lo stesso Vasco Rossi, durante il concerto, ha esortato a non avere paura. Ma quando si dice a qualcuno di non avere paura, gli si offre un motivo in più per averne. I cinquemila agenti necessari al concerto di Vasco Rossi denunciano un altro dato semplice: la sicurezza costa. Dunque il teorema diventa banale: gli eventi chiedono sicurezza, la sicurezza chiede soldi. La conseguenza è inevitabile: ci saranno meno eventi e dunque ci si divertirà di meno. Il sito della Stampa di ieri titolava: «L’estate della grande paura: misure di sicurezza record per i cinquemila eventi. A rischio piazze, spiagge e stadi».

I latini dicevano che per la tranquillità sociale sono necessari panem et circenses, cioè: cibo e divertimenti. E non divertimenti qualsiasi, ma i circenses, appunto, quelli del circo, che attirano le grandi masse e proprio per quello divertono di più. Quella frase caustica viene citata spesso anche oggi perché molti la ritengono una indicazione rozzamente utile per chi governa: riempi la pancia dei tuoi sudditi e falli divertire e starai tranquillo. Solo che la nostra società sembra costretta a veder traballare tutti e due i termini di quella cinica indicazione di governo. Le incertezze per occupazione e lavoro restano: il «panem» continua, per molti, a scarseggiare. Adesso anche nel divertimento si inocula il veleno della paura, per cui i «circenses» sono essi pure a rischio e non riescono a funzionare da anestetico quando manca il «panem». Come si fa, infatti, a dimenticare le preoccupazioni economiche con il divertimento se anche questo è fonte di paura? Insomma: concerti e partite di calcio diventano specchio della società intera. Si vive e si lavora come si gioca e si canta e le stesse preoccupazioni che ci accompagnano a casa e sul lavoro le ritroviamo allo stadio e al concerto di Vasco Rossi.

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