Orio vola nei cieli
confusi del Nord

Dieci milioni di passeggeri, tutti targati Ryanair. Nel bel mezzo di un attacco incrociato, Sacbo ha piazzato sul tavolo degli aeroporti del Nord il rinnovo del contratto con gli irlandesi volanti: insieme fino al 2020 e tanti saluti alle velleità altrui.

Che ci sono, per carità. Prova ne è il fatto che lo stesso Michael O’Leary ha confermato quello che da tempo molti sapevano: le trattative con Malpensa sono in corso. Ben avviate, dice qualcuno, che evidenzia come il solo limite ad una differenziazione dell’offerta sul demi-hub milanese sia rappresentato dalla oggettiva carenza di macchine a disposizione. C’è chi dice che gli irlandesi vorrebbero piazzarne 5 a Malpensa, solo che non ci sono, e le attese consegne della Boeing vanno un attimo per le lunghe.

C’è però anche chi dice che uno sbarco in massa a Malpensa potrebbe far saltare la pax armata con Easyjet, che dello scalo della brughiera ha fatto la sua base, e che ora come ora rappresenta il primo cliente in loco. Paradossi di un aeroporto nato per essere un hub e che ora si ritrova con il 53,7% (dati Iccsai del Fact Book 2014) di traffico low cost. Ma anche la conferma che le distinzioni nel mercato si stanno facendo sempre più sottili, come confermato dalla scelta di diversi scali europei di spalancare i gate ai voli a basso prezzo. Comunque non più basso come alle origini, va ricordato.

Ad ogni modo, un’entrata a gamba tesa di O’Leary (che è pure in versione friendly da qualche tempo in qua…) su Malpensa & dintorni potrebbe scatenare una reazione a catena su scala europea, toccando mercati delicati e fondamentali per il futuro di Ryanair, in primis quello anglosassone. E per un modello di sviluppo come quello degli irlandesi volanti, basato su una crescita costante e continua, un impiccio di questo genere potrebbe essere davvero difficile da gestire.

Quindi ognuno resta ben arroccato nelle sue posizioni: Ryanair a Malpensa ci andrà, probabilmente a fine anno, ma con un’offerta comunque limitata. Sia rispetto a quella di EasyJet che, soprattutto, rispetto a quella su Orio al Serio. Che resterà il primo aeroporto nel continente europeo, ha ripetuto più volte O’Leary nella sua puntata bergamasca: e che di questo passo potrebbe anche superare Dublino al secondo posto nel network della compagnia, piazzandosi alle spalle di Londra Stansted.

Ma c’è un altro dato interessante, ed è quello dei passeggeri 2014: numeri che stabiliscono precisi rapporti di forza tra gli scali italiani. Fiumicino fa più del doppio dei passeggeri di Malpensa (38,5 milioni contro 18,8) ed è cosa ormai nota: dietro la lotta tra Linate e Orio si sarebbe potuta risolvere a favore dello scalo bergamasco senza le tre settimane di chiusura della pista e lo spostamento forzato dei passeggeri a Malpensa.

Aggregando i due poli, Roma con Ciampino può contare su oltre 43 milioni di persone, il sistema milanese su quasi 37. E usiamo il termine (abusato, d’accordo…) sistema non a caso. Perché aeroporti che insistono su una medesima area, compresa tra Est e Ovest in poco più di 100 chilometri vanno considerati nella medesima visione,quella finora mancata nella gestione di scali che continuano a farsi la guerra tra loro.

È il mercato, bellezza, verrebbe da dire. Niente di strano né anomalo che ognuno cerchi di portare l’acqua (leggi passeggeri o merci) al proprio mulino. La stranezza sta semmai nel fatto di essere contemporaneamente presenti in più società con ruoli che spesso non sembrano così chiari e in un panorama sempre più confuso. Dove la politica non è assente, semplicemente non c’è mai stata. Ma a cominciare proprio dalla situazione milanese e dall’irrisolto conflitto tra Linate e Malpensa. Dove ci sono decreti (Bersani e Burlando) rimasti lettera morta da anni, e andrebbe ricordato a chi ora si straccia le vesti per interposta persona su quanto sta avvenendo ad Est, zona Montichiari, Verona e Venezia, per intenderci.

Una politica debole però fa male soprattutto ai cittadini, decisamente perplessi (per non dire di più) di fronte alla prossima impennata di passeggeri frutto dell’intesa con Ryanair, bilanciata comunque (e va ricordato) dal probabilissimo spostamento del ben più ingombrante traffico merci su Montichiari e in minore quota su Malpensa. E dal fatto che il maggior numero di passeggeri può essere raggiunto anche riempiendo di più gli aerei (come Ryanair sta facendo), non necessariamente aumentandone il numero. E il dettaglio non è affatto trascurabile.

Ma se c’è una situazione che non può proprio essere lasciata solo al mercato è proprio quella del rapporto con il territorio. Va affrontata con serietà, rispetto (nei confronti dei cittadini) e lungimiranza, mettendo sul tavolo esigenze contrapposte e ugualmente importanti. Non mettendola in quel tritacarne della politica dove Orio diventa una risorsa fino a quando si occupa qualche importante poltrona e poi un problema quando si resta fuori, ma recuperandone il senso più nobile, in una polis dove occupazione (tanto più in tempo di crisi) e quieto vivere sono ugualmente importanti.

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