Saper giocare
con carte basse

L’elezione del presidente della Repubblica, per unanime commento, è un successo di Matteo Renzi e una brutta sconfitta per Silvio Berlusconi. Il primo si è confermato un giocatore molto abile: ha certo letto e riletto «Il Principe» di Nicolò Machiavelli.

Il secondo aveva di fatto in mano scartine, ossia carte basse, ma gestendo la partita con la spregiudicatezza che si impone in politica, poteva almeno vincere qualche «mano». Se pensa di non dover leggere le pagine del segretario fiorentino, legga almeno qualche buon manuale di bridge.

Il nome di Sergio Mattarella come candidato circolava fin da quando si seppe che il presidente Napolitano si sarebbe dimesso alla fine della presidenza italiana in Europa. Con meno del 15% degli elettori del capo dello Stato, la partita di Forza Italia doveva solo mirare a partecipare alla gara a complemento del Partito democratico. Le scelte del quale dovevano essere almeno accolte con l’attenzione di chi è propenso ad approvarle. Anche a motivo che questa mossa sarebbe stata un bastone tra le ruote nel così detto ricompattamento del Partito democratico. Invece con il rifiuto, nemmeno ben motivato e giustificato in modo arrogante dai proconsoli, Forza Italia, senza avere un proprio candidato, si è messa in un angolo, favorendo una nuova compattezza del Pd. Ultimo errore, non votare, al quarto scrutinio, per essere almeno sul carro del vincitore, dimenticando di avere al proprio interno una minoranza dissenziente di quaranta votanti. Perdendo così la possibilità di interloquire con peso nel prossimo dibattito delle riforme.

Considerando questi fatti mi è tornata alla memoria la decisione dell’avvocato Agnelli di fissare a 75 anni il termine della partecipazione al consiglio di amministrazione della Fiat. E la Chiesa romana, maestra di saggezza millenaria, pone anch’essa limiti di età per vescovi e cardinali. Pur sapendo che molti hanno la fortuna di mantenere facoltà mentali e intellettuali assai valide, ma sapendo altresì che l’età avanzata rende ognuno più fragile nelle reazioni emotive, e quindi meno capace di giocare bene le partite che prevedono azzardo, ossia rischio. Gare nelle quali il giocatore deve invece avere pronta reattività.

Molti affermano che dopo i 75 anni ritornano condizioni di fragilità emotiva interiore come quando si era bambini. Si ritorna a esser ingenui, in un contesto dove gli altri tendono alla spregiudicatezza suggerita dalla malizia. E Berlusconi è nel settantanovesimo chilometro della propria vita.

Non avere saputo valorizzare le poche carte in mano, significa essere considerato un perdente dalle folle, sempre eccessive negli applausi ma altrettanto eccessivamente crudeli nella critica quando si convincono che non puoi più vincere. Mentre si è vincitore anche se si fa da «spalla», però necessaria, a un primo attore di successo.

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